Le comiche viste ieri a Silverstone rimarranno nella storia del Motomondiale. Un circuito non adatto ad ospitare gare del mondiale di motori. La gara di F1 di luglio aveva già messo in luce parecchi dubbi e le parole di Sainz Jr erano state chiare: "I piloti della MotoGP odieranno questo circuito" e lo stesso Hamilton aveva amplificato i concetti attaccando una pista con tante buche e asfalto inadatto. La MotoGp ieri ha messo in evidenza i problemi grossi di questo circuito.
Una pista con un asfalto che non drena in Inghilterra, dove piove un giorno sì e l'altro pure, è da gridare allo scandalo. L'IRTA doveva controllarlo meglio, doveva testarlo e farlo testare. Uncini, che prima della cancellazione ammette a Sky di non avere fatto test con il bagnato da gennaio ad agosto è francamente ridicolo. Mr Pringle (non quello delle patatine), ma il capo della pista e super direttore di tutto il Motodrome inglese, ha parlato di evento di portata biblica. In effetti, caro Mr. Pringle, mancava solo Noè e gli animali dell'arca. Le immagini parlano chiaro: escludendo il volo di Rabat (il quale si è già messo in piedi a 24 ore dall'intervento alla gamba e a cui facciamo un grandissimo augurio di rivederlo presto in pista), alcune immagini di ieri e di Sabato fanno amplificare lo sdegno e pensiamo a Marquez che solleva un muro di acqua nelle quarte libere o a Rins che si sbraccia per evitare disastri in curva 7 dopo la caduta. Per non parlare degli addetti alla pista che sono sì volontari, ma che dovrebbero essere addestrati per ogni evenienza ed essere tempestivi a segnalare una situazione da bandiera rossa prima che un pilota si rompa la gamba intera.
Silverstone va curato, non lasciato a se stesso. Nel Mondiale di due e quattro ruote si conoscono i circuiti dove c'è alta probabilità di pioggia e si creano difficoltà: Inghilterra e Malesia, con una differenza che in terra inglese fa freddo (9 gradi ieri la temperatura) e l'acqua non evapora e va drenata bene, mentre a Sepang è caldo e il circuito si asciuga più veloce. Le soluzioni sono varie e tutte percorribili, dall'annullare Silverstone il prossimo anno (ipotesi che farebbe tristezza solo al pensiero) oppure far tornare le moto al Donnington Park. La soluzione potrebbe anche essere di fare comunicare la F1 e la MotoGP a livello di federazioni internazionali sui circuiti in comune, dato che i piloti delle quattro ruote avevano avvertito che le moto avrebbero potuto avere problemi. In attesa di una soluzione rapida in vista del 2019, c'è rammarico per non aver visto la gara ieri per noi spettatori e fans di questa spettacolare e sana follia, in tv come i novantamila lì sotto la pioggia dal mattino, ma le moto devono divertire ed essere sicure per quei meravigliosi piloti che allietano le nostre domeniche in tutte le classi.