Il giorno dopo del circuito catalano, restano punti di domanda sulla Yamaha. Escluso il terzo posto dell'immenso Valentino (che analizzeremo nel corso della giornata), Vinales ci lascia più di qualche dubbio. Ma problema moto o problema pilota? Andiamo per gradi.
Se dovessi dare voto alla gara di Maverick, darei un 7. Il pilota spagnolo in blu Yamaha mette in atto una doppia gara. Partenza a rilento (dalla camera on board si vede come si fa sfilare da tutti) e prima parte della gara sempre nell'anonimato e una moto che sembra lontana da quella dell'anno passato (dove Vinales vinse 5 su 5 le prime gare, facendo pensare al suo nome per il mondiale). Ieri ennesima prestazione anonima, senza grinta, senza la giusta dose di cavalli per competere davvero. Una seconda metà dove, invece, sembra rientrare con ritmo convincente e martellante, salendo al sesto posto. La spiegazione si potrebbe trovare nel capitolo gomme e temperatura dell'asfalto. La M1 soffre il caldo in maniera dannata e come si alza la temperatura, la moto crolla di prestazione (non solo ieri). La Yamaha dovrà pensarci molto bene in vista dei prossimi gran premi, alcuni dei quali potrebbero essere stressanti per il caldo (Thailandia con il suo circuito nuovo o Motegi). Assen, in questo senso, potrebbe essere la pista ideale con temperature, non troppo alte, per rivedere la vera Yamaha e il vero Vinales tutta la gara e non solo una metà, seppur come detto, positiva.
La questione Zarco è molto simile a quella delle Yamaha ufficiali, fatto salvo che lui ha la versione 2016 con poche migliorie. Tuttavia, il francese non riesce a fare la sua prestazione migliore, anzi accumula parecchio ritardo e dimostra i limiti della moto e suoi su pista non bagnata. Zarco è pilota da pioggia e lo ha più volte dimostrato. Ora, dato che non può sperare piova sempre (a meno che non faccia la danza della stessa), deve curare la sua guida da asciutto. Questione guida che deve anche ritrovare Vinales, a cui non si vede più fare quelle linee incantevoli alla Lorenzo, viste l'anno scorso. La Yamaha deve ritrovarsi e tornare competitiva davvero. Honda e Ducati hanno dimostrato di lavorare e bene, ora ci aspettiamo, già dall'Olanda (il tempo è denaro), una Yamaha da gara e con i suoi piloti "cattivi" e "affamati".