Jorge Lorenzo si appresta a disputare il secondo Gp della sua seconda stagione in Ducati, forte di tante convinzioni, nonostante da un anno a questa parte i suoi risultati non siano quelli che si addirebbero ad un quattro volte iridato nel motomondiale. La sua esperienza in Ducati sembra un vero incubo, nel quale lo spagnolo ha deciso di precipitarsi con i propri piedi, ma nonostante tutto, è sicuro di sè. 

A breve uscirà il suo libro "Ciò che ho imparato fino ai 30 anni" in cui si prende la briga di dare consigli ai giovani, su come coltivare il proprio talento e le proprie passioni, ma soprattutto si tratta di un libro che serve allo stesso Lorenzo per guardare avanti, dopo un'annata dura come la prima stagione in Ducati, durante la quale ha raccolto tre podi, contro il quasi titolo iridato del compagno di team, Andrea Dovizioso. Nonostante ciò, Lorenzo non si perde d'animo e tira fuori tutta l'autostima e rimane fiducioso in vista del futuro, nell'attesa che arrivino momenti migliori, frutto anche del duro lavoro nel quale si sta impegnando: "Dobbiamo perseverare. Alla fine l’obiettivo è più vicino di quello che pensiamo, sebbene la sfida sia difficile. Io penso di essere uno dei 2 piloti che quando si trova bene sulla moto può fare la differenza. Uno dei due che può vincere 12 gare o 4 di fila restando in testa dall’inizio alla fine. La moto va capita bene, si deve guidare con anti-logica. Mi sto allenando duramente, sono un pilota con più muscoli. I risultati arriveranno, perché stiamo lavorando molto: vediamo se li otterremo in Argentina o più avanti. Ringrazio Brembo che si è presa la responsabilità di quanto accaduto. Mi fa piacere”.

Jorge non è sembrato preoccupato nemmeno dinanzi alle voci che parlano di una sua riduzione dello stipendio, da parte di Ducati, figlia degli scarsi risultati ottenuti in questo primo anno di collaborazione con la casa di Borgo Panigale: "In questo momento [il contratto] non mi toglie neanche un secondo. Non è il mio lavoro, ho il mio manager che se ne occupa. Io devo andare forte in moto e ho tanto lavoro da fare. Se possibile, in Argentina voglio salire sul podio, o meglio ancora voglio vincere. Posso solo lavorare fisicamente molto forte, capire il miglior modo per andar forte con Ducati con gli ingegneri. In questo mondo attaccato ai risultati finire senza punti non aiuta“.

Infine, Lorenzo ha tirato fuori anche la parte più spigolosa di sè, in cui è venuto fuori tutto il suo ego: "Non è una cosa a cui penso. Ci sono due piloti che possono fare la differenza quando si trovano bene sulla moto ed io sono uno di quelli. Siamo io e Marquez gli unici che possono vincere 12 gare o 4 di fila, o rompersi una clavicola e fare quinto. In carriera ho avuto molti momenti difficili, l’importante è come affrontarli. Si impara giorno per giorno, settimana dopo settimana”.

L'ultima domanda che il maiorchino ha ricevuto, riguardava la sua collaborazione con Alex Debon, ma sull'argomento Lorenzo non ha risposto.