Otto moto in pista a fronte delle sei di Honda e delle quattro di Yamaha. La situazione di Ducati è sicuramente particolare ed in pochi si sarebbero aspettati che la casa bolognese fosse la maggior fornitrice del motomondiale, ma la situazione è ormai così da tre anni e potrebbe variare solo con un giro di vite da parte di Dorna. Attualmente la fabbrica di Borgo Panigale mette in pista otto desmosedici così divise: tre GP18, tre GP 17 e due GP16. 

I dettami di Dorna, in questo senso, sono chiari. L'entità che regola il mondiale vorrebbe che ogni casa motoristica schieri in pista quattro motociclette e ciò vorrebbe dire che Suzuki, Aprilia e KTM posseggano un team satellite ognuna. A commentare l'attuale situazione ci ha pensato Paolo Ciabatti, direttore corse di Ducati: "È una situazione che non è propriamente normale. Tuttavia forniamo ai nostri team satellite un servizio e un supporto tecnico eccellenti a un prezzo realistico. E ogni volta, i piloti mostrano il valore di queste moto, come hanno recentemente fatto nei test Rabat o Miller. Sappiamo che Dorna vuole che i sei produttori abbiano quattro piloti a loro disposizione, ma il modo in cui le cose si evolveranno non dipende esclusivamente dalla loro volontà".

Come detto, molto dipende da quanto faranno le altre tre case che, al momento, non posseggono team satellite: "Tutto dipende da cosa faranno fabbriche come Aprilia o Suzuki - commenta Ciabatti -. Non so se vogliono davvero fornire anche una squadra privata. Per quanto ne so, la Suzuki non è pronta e per quanto riguarda Aprilia, ho i miei dubbi. D’altra parte, KTM sembra davvero volere una seconda squadra e sarebbe interessante". La KTM è la casa con più possibilità di avere un team satellite nel prossimo futuro, ovvero il 2019, e potrebbe essere proprio Tech3, che ha recentemente annunciato il divorzio con Yamaha (che quindi scenderebbe a due moto sullo schieramento, anche se Aspar ha già fatto domanda). Suzuki e Aprilia restano quelle più lontane. I giapponesi perché voglio avere pieno controllo sul team satellite, gli italiani perché non sono ancora convinti della bontà dell'impegno in MotoGP e per ora non voglio fare passi troppo azzardati.