Più forte della caduta durante la Superpole, più forte anche della pioggia, copiosa nel sabato francese di Magny-Cours, questo è Jonathan Rea. Il britannico domina Gara1 e alza le braccia al cielo, perchè il mondiale è suo. Rea mette subito le cose in chiaro alla partenza, quando schizza via, davanti a Sykes e Davies, poi allunga con la pista allagata e gestisce i suoi 17" di vantaggio quando l'asfalto si asciuga e manda in tilt metà gruppo, a partire dallo stesso Davies, che sprofonda ai margini della Top10.
Tutta la gara, per il nordirlandese, è una passerella trionfale, dato che nè Davies nè Sykes riescono a tenere il suo passo e dunque agevolano la sua cavalcata mondiale. Il successo arriva davanti ad uno splendido Marco Melandri, staccato di 16" sul traguardo, ma in grado di regalare spettacolo grazie alla sua rimonta dalla dodicesima posizione, dove era finito dopo lo start. Dopo un primo giro da film horror, il romagnolo risale e dopo 5 giri è già sesto, alle spalle di un gruppetto tirato dal compagno Chaz Davies, in crisi con le gomme sulla pista umida. Un giro e Marco supera Lowes, che prova a tenerne la scia, grazie alla quale riesce ad attaccare Chaz Davies, sempre più in crisi con la sua Panigale. La rimonta di Melandri si completa nel finale, quando il centauro della Aruba riprende un eroico Tom Sykes, che prova a tenergli testa, ma nulla può all'ultimo giro, quando Marco attacca deciso dove nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Il duello emoziona e fa saltare in piedi tutti, soprattutto all'inizio del penultimo giro, quando Sykes chiude la porta in faccia a Melandri e la posteriore dell'inglese tocca l'anteriore dell'italiano, che perde qualche decimo, ma riesce a rifarsi sotto e a guadagnare la tanto meritata seconda posizione. Terzo chiude Sykes, che si rende autore di una gara super, gestisce alla perfezione la sua ZX-10 e nel finale cede soltanto all'arrembante Melandri, che sfrutta anche le difficoltà di Sykes con la mano infortunata.
Ai piedi del podio, uno splendido Leon Camier, anche lui autore di una gran rimonta. Il britannico mostra tutte le sue abilità sulla pista umida e sfrutta alla grande la crescita della MV, che sembra la migliore del lotto delle inseguitrici di Kawasaki e Ducati. Alle spalle del centauro della MV, Alex Lowes, che porta punti importanti alla Yamaha, con una bella gara, alle spalle dei primissimi. 7° posto per Tati Mercado, partito dalla prima fila e difesosi egregiamente durante la gara, chiusa con un'ottima Top10. In più Mercado riesce a precedere le due Aprilia ufficiali, specialmente quella di Eugene Laverty, 8° al traguardo, davanti a Michael Van der Mark. Anche l'olandese si rende protagonista di una gara fantastica, poichè chiude 9° dopo un grandissimo rientro dal fondo. L'olandese cade al secondo giro e riparte dalla diciannovesima posizione, dalla quale risale a suon di sorpassi e carena contro carena con i rivali, a dimostrazione del suo talento e del buon feeling instaurato con la R1.
Male, malissimo Chaz Davies, che, dopo una partenza razzo, cede a causa di alcune noie elettriche, che non gli permettono di giocarsi il Gp. A questo punto, al britannico non resta che puntare alle ultime 5 gare della stagione, con Gara2 che sarà già un'ottima opportunità.
Grande prova di Davide Giugliano, che con la CBR raggiunge uno dei migliori risultati stagionali per il team, è ottavo al termine. Sempre tra i portacolori azzurri, 11° posto per Lorenzo Savadori, davanti a Roman Ramos e Raffaele De Rosa, che anticipa il suo compagno di team Jordi Torres, 14°. Dopo un'ottima prima parte di gara, Ricky Russo riesce ad artigliare il 15° posto. 16° Jezek, davanti ad Andreozzi e West, mentre sono out Gagne e Fores, sfortunato perché costretto al ritiro dopo la caduta al terzo giro con Van der Mark.
Per Rea dunque arriva la cinquantesima vittoria e soprattutto il terzo titolo mondiale, al termine di una cavalcata trionfale iniziata in Australia e conclusasi con 5 gare d'anticipo. Ora l'attenzione si sposta sul duello per la seconda posizione tra Tom Sykes e Chaz Davies, con Chaz che pare poco brillante, mentre il centauro Kawasaki sembra determinato.