Quando senti di avere ormai la gara in pugno, è difficile riuscire a scalfire quelle certezze che hai costruito curva dopo curva, rettilineo dopo rettilineo, giro dopo giro. Finchè non ti rendi conto che mancano ormai solo pochissime tornate alla bandiera a scacchi, e allora quel sogno può materializzarsi e diventare una splendida realtà. Poi basta un solo rettilineo, quello del traguardo sul quale dovrai passare una sola volta prima del tripudio e della gioia estrema. Basta una staccata, quella che nella tua testa dovrai affrontare solo per festeggiare, magari su una ruota sola. Eppure alla fine di quel rettilineo e dopo quell'ultimo passaggio sulla prima curva del circuito di Misano Adriatico, Danilo Petrucci non passerà per primo, bensì per secondo. E a portargli via la gioia di una grande vittoria, che sarebbe stata la prima per lui nel Motomondiale, ci ha pensato Marc Marquez. Quel Marc Marquez contro il quale il Petrux si schierò apertamente nell'autunno di due anni fa, quando non aveva negato di essere pronto ad aiutare Valentino Rossi in quella rimonta nella gara di Valencia in cui il 46 si giocava il titolo con Jorge Lorenzo.
Era già successo ad Assen, non più tardi di un paio di mesi fa, quando il pilota nativo di Terni era andato ad un passo, a pochi centimetri dalla gloria e dalla gioia per una vittoria che sembrava poter essere finalmente a portata di mano, ma che alla fine è andata al suo connazionale nonchè compagno di moto, Andrea Dovizioso. Non a caso, il principale avversario nella corsa al titolo iridato della classe regina di quel Marquez che ieri ha soffiato la gioia a Danilo da sotto al naso, in quell'ultimo passaggio sulla prima curva di Misano. La prima vittoria, nella gara di casa, e per giunta in sella a una moto prodotta a pochi chilometri dal circuito in cui stava correndo. Non poteva esserci niente di più bello per una domenica da incorniciare e che era cominciata, in un certo senso, con un Petrucci sorridente e soddisfatto per l'arrivo di quella che più di una volta era stata la sua principale alleata: la pioggia. Con asfalto bagnato e cielo grigio, infatti, sono arrivate le più belle performance in carriera per il centauro umbro, vero e proprio specialista in queste condizioni climatiche e di asfalto.
Eppure, ancora una volta, per Danilo Petrucci arriva un secondo posto. Una posizione che in tanti al posto suo sognerebbero di raggiungere, e per giunta in due diverse occasioni. Il pilota ternano arriva così al suo terzo podio stagionale, dopo la terza posizione ottenuta nell'altro Gran Premio corso in Italia, quello del Mugello che lo aveva visto finalmente protagonista in condizioni di pista asciutta e con un sole che ha inondato il tracciato toscano. Un risultato complessivo, quello di una stagione che prevede solo altri cinque appuntamenti, che migliora e non di poco il rendimento del numero 9 dello schieramento in carriera nella classe regina, dove prima di quest'anno era arrivato un solo podio. Neanche a dirlo su pista bagnata, a Silverstone nel 2015. Un Petrucci che ha ammesso candidamente di aver sognato la vittoria a lungo, durante la gara: "Provo emozioni contrastanti, al momento non mi rendo conto di essere sul podio perché ho sognato di vincere per tutta la gara", ha candidamente ammesso il Petrux pochi minuti dopo aver visto sventolare la beffarda bandiera a scacchi. Un sogno meraviglioso spezzato solo da quell'ultimo passaggio alla prima curva. Una domenica perfetta che può comunque portare il sorriso, anche se dentro l'amarezza è enorme.