In occasione del Gran Premio di San Marino e della Riviera Romagnola che si tiene questo weekend a Misano, Mattia Pasini si racconta alla Gazzetta dello Sport: dall'infortunio al braccio, alla scomparsa del Sic, al ritorno alla vittoria quest'anno. 

Il pilota romagnolo è uno dei più esperti nel paddock della Moto2 e gli inizi, come tutti, sono con le minimoto: "Ho iniziato molto tardi, prima gara dell’Italiano a 10 anni. Non mi volevano proprio far correre. Mamma ripeteva che uno in casa bastava (suo padre, ndr)". A 13 anni, però, avviene l'incidente che rischia di mettere fine alla carriera di Pasini e che lo condizionerà per tutta la vita, avendo lesionato il nervo del braccio destro: "Non ho mai pensato che l’incidente potesse limitarmi. Dal giorno dopo, l’obiettivo fu rimettermi in moto. Quell’infortunio mi ha tolto qualcosa, ma anche dato tanto: mi ha fatto maturare ed apprezzare veramente il valore di questa passione. In quel momento si è formata la consapevolezza che la mia vita doveva girare intorno alla moto". L'infortunio al braccio destro costringe il pilota romagnolo a frenare con il braccio sinistro, quello dove usualmente c'è la frizione e qualche vantaggio è riuscito a crearselo: "Più che nella velocità, nella costanza e precisione. Faccio un po’ meno fatica, ma credo che avrei potuto essere ugualmente molto veloce". La storia di Pasini ricorda un po' quella di Robert Kubica, con le dovute differenze: "Lui si è fatto male da pilota affermato. Il suo incidente è stato molto più grave, ha una menomazione diversa dalla mia, ma è tornato dandoci del gran gas e si parla di un ritorno in F.1. Sarebbe bellissimo".

La carriera di Pasini è andata ottimamente fino al 2009, quando qualcosa ha iniziato a rompersi: "A inizio carriera ero forte e al posto giusto. Ho fatto errori, qualche sfortuna, ma fino all’avvento della Moto2 ho sempre lottato per il Mondiale. Poi scelte e circostanze mi hanno logorato. Non ho mai pensato che fosse finita, ma che non ci fossero più persone che avrebbero creduto in me. Nel 2015 ho deciso di stare a casa, non c’erano più le condizioni". Nella storia di Pasini c'è anche un posto speciale per Marco Simoncelli, suo grandissimo amico: "È una parte di me. Anche dopo tanti anni è sempre nelle mie giornate. Dopo quel che è successo a Marco mi ero ripromesso che sarei tornato a vincere, farlo al Mugello con una gara così è stato magnifico". 

La stagione 2017 sta andando molto bene e potrebbe fungere da ottima base per il prossimo anno, anche se qualche errore di troppo gli ha precluso la possibilità di lottare per qualcosa di importante: "Abbiamo un’ottima base, stiamo lavorando bene. Da Jerez abbiamo lottato per il podio e dal Mugello per la vittoria. Voglio stare nei 5, il sogno sarebbe la top 3. Peccato per gli errori a inizio stagione, avevo l’ossessione del risultato, ma non eravamo pronti e l’ho pagata".

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Andrea Mauri
Scienze della Comunicazione, appassionato di qualsiasi sport, seguo assiduamente Calcio, Ciclismo e Motomondiale.