Fausto Gresini è una delle personalità più di spicco del paddock del Motomondiale. Ha guidato molti piloti in tutte le classi del Mondiale, compresa la MotoGP, ma da un po' di anni si sta dedicando alla scoperta dei talenti ed alla guida dei team nelle classi minori, in Moto2 e Moto3.
Al giro di boa i team di Gresini vivono due momenti opposti: "La Moto3 è iniziata positivamente, con podi con entrambi i piloti, con pole, anche se non abbiamo mai vinto, la prima parte di stagione è stata buona. Poteva andare meglio, se guardiamo al Campionato oggi, dei primi 7 in classifica hanno vinto in cinque, e guarda caso mancano solo i nostri due pur essendo stati protagonisti ogni domenica. Ci arriveremo. Per quanto riguarda la Moto2 - continua Gresini - abbiamo sofferto, ma lo sapevamo. Il problema di questa categoria è che è cattiva, quasi ‘stronza’: qui prendi un secondo dal primo e sei ventesimo. Non stai andando piano, anzi, ma se non sei completamente adattato alla categoria è difficile arrivarci in fretta. Abbiamo un pilota con un grande potenziale, ancora inespresso: ha già mostrato di avere grandi doti per stare con i migliori".
Gresini, in Moto2, è passato dall'avere Sam Lowes, un pilota dalla guida istintiva, spettacolare e molto aggressiva, ad avere Jorge Navarro, uno dei rider più metodici del paddock e un po' malconcio dopo l'infortunio patito in Moto3 lo scorso anno e quello nei test di Moto2. Il manager italiano spiega così la sua scelta: "Ho sempre puntato sui giovani e poi Jorge ha dimostrato di essere un vincente in Moto3 e meritava questa occasione. In Moto3 non ha avuto fortuna con tanti incidenti e lesioni, però ha sempre stretto i denti e questo è importantissimo in un pilota. Forse ha un carattere un po’ chiuso, e gli farebbe bene aprirsi un po’, ma non si cambia il carattere, io posso solo spingerlo a fare meglio alcune cose. Detto questo è un ragazzo sempre disponibile, molto educato e come pilota merita molta stima perché è uno ‘con le palle’!".
L'altra grande scommessa di Gresini è Fabio Di Giannantonio. Portato nel Mondiale lo scorso anno un po' a sorpresa, il Diggia gli ha regalato già molte soddisfazioni: "Sembra che sia un veterano, ma è appena al suo secondo anno nel mondiale. Da un punto di vista questo secondo anno è più difficile del primo perché nel 2016 aveva già fatto benissimo e oggi la realtà è un po’ diversa. Gli manca un po’ di determinazione nelle prove e un po’ di malizia che arriverà con l’esperienza. Però sentiremo parlare tanto di lui in futuro". L'altro pilota del team di Moto3, Jorge Martin, invece, è più solido dell'italiano e fino alla caduta del Sachsenring era in piena lotta per la vittoria dell'iride: "L’avevo già notato. Quello che gli mancava era stare costantemente davanti per abituarsi a questa sensazione. Credo che metterlo agli ordini di un capo tecnico come Massimo Capanna lo abbia aiutato a crescere velocemente, e i risultati sono un po’ sotto gli occhi di tutti".
Parlando di Mondiale Moto3, la lotta ormai sembra ridotta ai soli Fenati e Mir, ma Gresini ci crede ancora: "C’è tempo. Abbiamo visto cambiare tante situazioni e velocemente. Bisogna provare a vincere ogni domenica e poi all’ultima gara faremo i conti. Divertirsi ogni domenica, non pensare al Campionato e poi le cose vengono da sole. Normalmente chi è davanti poi ha un po’ 'il braccino', quindi dobbiamo esser lì pronti se succede. È ovvio che ora l’infortunio di Jorge ha cambiato un po’ le carte in tavola, ma speriamo che rientri al 100% il prima possibile".