​Sin da quando è diventata fornitore ufficiale di pneumatici per la MotoGP, la Michelin è stata sotto accusa, incolpata prima di non riuscire a garantire standard di sicurezza adeguati e poi di produrre gomme difficili da capire per quanto riguardo il loro funzionamento. La scorsa stagione sarà ricordata a lungo per i nove vincitori diversi nel corso del campionato, sintomo che i colpi di scena non sono mancati e di conseguenza nemmeno lo spettacolo, ma l'entusiasmo resta limitato se si pensa che a garantire esiti imprevedibili è stata spesso la scelta delle gomme per la gara invece che la prestazione particolarmente brillante di un pilota.

Quest'anno le cose non sembrano andare molto diversamente, la scelta delle gomme rimane un punto cruciale per la gara e può vanificare gli sforzi di messa a punto fatti al venerdì ed al sabato. La logica vorrebbe che pneumatici soft abbiano più prestazione ma un degrado elevato, al contrario di quelli hard che si comportano nel modo opposto; abbiamo invece visto che questo assunto molto spesso non vale, tanto che ogni moto si comporta diversamente e quindi si parte per la gara con ipotesi sul rendimento delle gomme, dato che nessuno nelle libere compie uscite lunghe quanto la gara. Ma non solo: il rapporto di ogni moto con le gomme varia da pista a pista a seconda delle temperature e del tipo di asfalto che si trova, motivo per cui diventa difficile anche per gli ingegneri di ogni team prevedere quale sia il risultato possibile e quale tipo di setting sia necessario prima di scendere in pista.

Se per chi guarda, dunque, questa imprevedibilità che aleggia sulla MotoGP può sembrare positiva e auspicabile, per team e piloti essa invece è deleteria perché non garantisce che a vincere sia chi trova il giusto feeling con la moto, ma chi sa indovinare meglio le gomme per la gara. Sarebbe gradita una maggior standardizzazione del funzionamento delle coperture, e speriamo anche di non dover assistere più a situazioni come la famosa "gomma della discordia",  di cui abbiamo spesso parlato su queste pagine, da cui poi nascono ipotesi di favoritismi all'uno o all'altro pilota, delle quali faremo a meno più che volentieri.