Non sembrano destinate a placarsi le polemiche circa la gomma anteriore della Michelin, messa sotto accusa da alcuni piloti come Iannone e Rossi per non aver nemmeno portato ad Austin la gomma a carcassa più dura, simile se non identica alla versione 2016. Ma riavvolgiamo il nastro per fare chiarezza su quanto accaduto negli ultimi due mesi, partendo dai test invernali svoltisi a Phillip Island: sul circuito australiano la Michelin porta al debutto i suoi nuovi pneumatici, dotati di una spalla più morbida che sulla carta avrebbe dovuto aiutare i piloti ad avere maggior sensibilità nella guida ed evitare le tante cadute registrate nel 2016. Ciò che però esce fuori da quei test sono opinioni discordanti. La quasi totalità dei piloti approva inizialmente la nuova soluzione del fornitore francese, ma Rossi per primo inizia a sollevare dubbi circa la sua bontà, affermando che nel momento in cui si frena l'anteriore muove molto con il carico della moto tutto su di sè, cosa che non gli permette di spingere come vorrebbe.

Nel frattempo si svolgono gli ultimi test in Qatar, e si arriva infine al weekend di gara, stranamente condizionato dalla pioggia che addirittura impone la cancellazione dell'attività in pista del sabato. Inizia a chiarirsi che chi si lamenta maggiormente del nuovo pneumatico anteriore siano piloti caratterizzati da uno stile di guida basato su violente staccate, nelle quali è necessario sentire l'anteriore che riesce a sostenere bene il peso della moto: non a caso dalla parte di Rossi si aggiungono anche Iannone e Marquez, estremamente aggressivi in frenata. La logica vorrebbe che dal momento in cui le gomme sono uguali per tutti, debba esserci la capacità di ognuno di adattarsi al meglio ad esse per essere competitivo, ma forse non è soltanto un problema di prestazioni, e forse quei piloti ci hanno visto lungo anche in ottica sicurezza. Le prime due gare col nuovo pneumatico anteriore hanno fatto registrare una quantità notevole di cadute, spesso causate proprio da chiusure dell'anteriore che talvolta sono sembrate anomale per la loro dinamica. Alla luce di ciò sarebbe più che utile una comparazione con le coperture in versione 2016, con una spalla più dura che permetta di spingere più sull'anteriore senza incorrere in movimenti fastidiosi, non perchè ciò debba andare a vantaggio di qualcuno piuttosto che di altri, ma perchè in ballo c'è una questione di sicurezza, tematica che dovrebbe essere sempre al primo posto nelle scelte che vengono operate.

Il giovedì di Austin ci ha consegnato una decisione che lascia un po' interdetti: la Michelin insieme alla Safety Commission ha fatto sapere che la gomma simil 2016 potrà essere provata non prima dei test di Jerez, che si terranno nei giorni dopo la gara sul circuito spagnolo. E' una scelta che va in rotta di collissione con quanto dichiarato in Argentina, dove era stata rimandata proprio al weekend in corso la possibilità di effettuare una comparativa. Inoltre il circuito di Austin è molto impegnativo per le gomme, motivo per cui, oltre all'usura che è un discorso a parte, alcuni problemi evidenziati nelle prime due tappe del mondiale potrebbero ripresentarsi anche in maniera maggiore che in precedenza. La polemica sullo pneumatico anteriore a questo punto ce la porteremo dietro con estrema probabilità sino ai fatidici test di Jerez, ma nel frattempo non mancheranno di certo dichiarazioni in merito; la parole intanto passa alla pista, augurandoci di vivere un bel weekend di gara.