È il Campione del mondo in carica, in carena mantiene il 99, ma in realtà è ancora il numero uno. La classifica iridata, arrivati però al giro di boa di questa stagione 2016, dice altro. Jorge Lorenzo è in difficoltà e sarà difficile confermarsi al vertice come lo scorso anno. Qualche zero di troppo e dei risultati tutt’altro che soddisfacenti lo stanno relegando al ruolo di terzo incomodo in una lotta mondiale che vede Marc Marquez grande favorito, insidiato solo da Valentino Rossi.
Questa sarà l’ultima stagione in Yamaha per Lorenzo, che con la Casa di Iwata ha debuttato in classe regina ben otto anni fa. Dal 2008 son passati tre titoli (nel 2010, 2012 e 2015), ma ora è tempo di nuove strade, nuovi stimoli. Il colpo grosso del mercato lo ha fatto la Ducati qualche mese fa, quando ha annunciato di aver ingaggiato il Campione in carica. Se il 2017 sarà l’anno di una nuova sfida, quest’anno si concluderà l’avventura “romantica”, come il maiorchino l’ha sempre definita, con Yamaha. Difficile chiudere il capitolo con il sesto titolo iridato, i passi falsi in questa prima parte di campionato sono stati troppi, ma Jorge Lorenzo è determinato a concludere la sua storia con la M1 nel miglior modo possibile.
“Penso solo a vincere le gare, a non commettere errori e a provare a non avere più sfortuna – così lo spagnolo alla Gazzetta dello Sport, a cui ha rilasciato un’intervista – Tutto questo magari ci servirà per stare davanti a Valentino in classifica a fine stagione, è meglio finire secondi che terzi. Ma il vero traguardo è essere campione. Se questo non avverrà vorrà dire che avrò mancato l’obiettivo, ma non sarà un disastro”. Disastrose però sono state le sue ultime gare, ad esclusione dell’Austria, in cui è tornato sul podio. Tre gli zeri in classifica: non una stagione facile quella di Jorge Lorenzo, che non si aspettava di certo così tante difficoltà, molte delle quali dovute al cambiamento delle regole, con nuove gomme ed elettronica: “Mi aspettavo meno zeri, uno al massimo come gli ultimi anni. Ma non tre, anzi quattro, visto che alla fine l’unico punto preso al Sachsenring vale come uno zero, così come il decimo posto di Assen. Però questo è lo sport. Con le nuove regole son cambiate elettronica e gomme soprattutto. In Argentina, se avessi avuto le Bridgestone, non sarei caduto in quella curva e anche con la pioggia non avrei avuto i problemi che invece ho accusato con le Michelin. Le gomme attuali da bagnato sono molto morbide, ma sembrano dure e non ti danno la confidenza necessaria per poter frenare forte. Quindi perdo tanto nelle staccate ed anche a centro curva, quindi a fine giro mi ritrovo in decima posizione”.
A Brno però, Andrea Iannone e Scott Redding hanno tenuto duro nonostante la gomma anteriore fosse completamente distrutta. Lorenzo, che ha avuto lo stesso problema, spiega la diversa scelta fatta rispetto ai due piloti Ducati, che sono arrivati fino al traguardo con lo pneumatico sfaldato: “Per stare sulla moto in quelle condizioni quando mancano 5 giri alla fine devi essere molto coraggioso o incosciente. O magari no, se ti fidi quando Michelin ti dice che non succede nulla. Per loro ne è valsa la pena, hanno finito pur girando 6 o 7 secondi più lenti con la gomma finita. Ma pensando a quanto successo a Baz in Malesia durante i test e a Redding in Argentina, io ho preferito tornare ai box”.
Le nuove regole dunque non aiutano Lorenzo, che si trova in difficoltà in un momento chiave della stagione. Il suo compagno di box gli è ora davanti in classifica e punta all’inseguimento del leader, Marc Marquez. Sono solo 6 i punti che separano il Campione del mondo in carica da Valentino Rossi, piuttosto sfortunato durante la prima metà di stagione: “Rossi è più veloce rispetto al 2015, soprattutto sul giro secco, ma ha molti meno punti rispetto allo scorso anno per via della sfortuna, come al Mugello. Inoltre con queste gomme non si può sbagliare e sei molto più vicino al limite. A rendere incostanti noi piloti Yamaha sono state proprio queste nuove regole, gomme ed elettronica”.
La M1 sembra la moto più completa anche se, come spiega Lorenzo, “sull’acqua è difficile da guidare perché non c’è grip all’anteriore e al posteriore”. L’incostanza dei risultati ha premiato la Honda, con Marc Marquez in particolare. Se nei test pre-stagionali sembrava in estrema difficoltà, oggi lo spagnolo è in testa al mondiale, con un ampio margine sugli inseguitori, nessuno lo avrebbe mai immaginato alla vigilia del Gran Premio del Qatar. Yamaha sotto le aspettative ed un nuovo Marquez, che ha dimostrato di esser maturato, è apparso più calcolatore ed ora può permettersi di gestire il vantaggio che ha accumulato: “La Honda è una moto nervosa, solo Marc riesce a guidarla bene. Ha un po’ cambiato in gara, ma in prova resta uno che spinge molto e rischia. Per questo cade molto, ma è un gatto, flessibile ed è più difficile che si faccia male rispetto ad altri piloti, vuoi per genetica o per età o robustezza fisica. È il suo modo di correre. È un superman”.
Sarà dunque difficile riprendere il pilota Honda in chiave iridata, Lorenzo proverà l’impresa, ma sa che con due rivali del calibro di Marquez e Rossi non sarà facile recuperare il gap per poter ambire al sesto titolo. Magari però ci proverà dal prossimo anno. Inizierà nel 2017 l’avventura in Ducati, dove troverà una moto completamente diversa da quella a cui è abituato: “A Barcellona avevo qualche dubbio sulla Ducati, dice Dall’Igna, ma è normale avere dei dubbi. Fino ad oggi sto correndo con una moto che lotta quasi sempre per la vittoria e sono competitivo. Invece l’altra moto non vinceva da sei anni, almeno fino all’Austria. Però credo che il futuro per noi piloti Ducati sarà buono”.
Un nuovo percorso lo attende, è un salto nel vuoto, ma con la certezza di aver prefissato degli obiettivi: “Gigi ha fatto un grandissimo lavoro, Dovizioso e Iannone sono due piloti forti e la vittoria di Spielberg è stata più che meritata. Se e quando avrò io la possibilità di vincere con la Ducati sarò felicissimo, ma io non ho deciso di cambiare squadre per vincere una sola gara, vogliamo fare qualcosa di importante”. È deciso Jorge Lorenzo, che dall’anno prossimo lascerà Rossi per condividere il box con Andrea Dovizioso: “Il nostro è uno sport individuale, se riesci ad essere in buoni rapporti con tutti è meglio, ma io nel 2017 sarò in una squadra diversa da quella di Valentino ed avrò un nuovo compagno di box. Sinceramente, non mi sono mai interessato del compagno di squadra, Dovizioso è un pilota costante, regolare. Sa sempre quando e dove rischiare e quando no, è un calcolatore. Iannone invece è l’opposto, istintivo. Il suo è un talento naturale, ma è indubbiamente più incostante e ha commesso errori in più rispetto a Dovizioso”. Ma quando Lorenzo approderà in Ducati non troverà solo Andrea Dovizioso, nel box ci sarà un collaudatore d’eccezione: “Casey Stoner ci aiuterà molto, è un collaudatore che arriva subito ai tempi migliori e non gira ad un secondo da te”.