La MotoGP si è fermata per la consueta pausa estiva e archivia la prima metà di campionato, che vede in Marc Márquez il dominatore assoluto. Per lui otto podi e tre vittorie, l’ultima al Sachsenring, circuito su cui ha ottenuto il settimo trionfo consecutivo (considerando tutte e tre le classi): una prima parte di stagione al di sopra delle aspettative per il pilota della Honda, in difficoltà nei test pre-stagionali e con una moto inferiore alle diretta concorrenza. Lo spagnolo domina la classifica con 170 punti, 48 più di Lorenzo, secondo, e 59 più di Rossi, terzo. Ma ciò che più lascia sorpresi è la nuova mentalità di Márquez. Quest’anno ci troviamo di fronte ad un pilota attento, calcolatore, che sa accontentarsi quando sa di non poter vincere: “Due anni fa ogni domenica per me era una gara determinante e ogni volta che vincevo mi sembrava di fallire. Ma lo scorso anno ho capito che a volte bisogna accontentarsi e ho imparato che le gare sono tante battaglie, ma l’importante è vincere la guerra, che è il campionato”.
Fino ad ora è stato il più costante e tutto ciò sembra portare i suoi frutti, complici anche dei brutti errori e la sfortuna dei suoi diretti avversari. È dunque facile pensare che la strada sia in discesa per il Campione di Cervera, che inizierà la seconda metà di stagione con un bel vantaggio, determinato ad incrementare. Ma i giochi non sono finiti e, nonostante in molti scommettano sul terzo titolo iridato in MotoGP dello spagnolo, lui frena e mantiene un profilo basso: “Partiamo dalla seconda metà di stagione con un buon vantaggio, ma resta ancora metà campionato. Si possono commettere gli stessi errori dei tuoi rivali, perché alla fine sono incappati in errori anche piloti come Rossi e Lorenzo, potrebbe commetterli chiunque. Ci sono ancora molti circuiti su cui correre, in alcuni di questi potrebbe piovere, come in Inghilterra, Giappone, Malesia…una caduta è un attimo, i rivali recuperano 25 punti e sono di nuovo nella lotta per il titolo. La gente parla, è convinta che sia già tutto finito, ma non è finito proprio nulla”.
Siamo esattamente a metà campionato e restano ancora nove gare da disputare, con i rivali che torneranno dalla pausa estiva più agguerriti e con la voglia di ricucire un distacco che per ora sembra abissale. Non sarà facile per i due piloti Yamaha fermare il giovane centauro della Honda, quest’anno più lucido che mai, circondato anche da un team che riesce a sopperire ai limiti della RC213V. Spaventosi sono stati in Germania, dove la strategia giusta ed un ottimo lavoro di squadra hanno giocato un ruolo fondamentale nella costruzione della (ennesima) vittoria: “Lo dico sempre, sembra che il motociclismo sia uno sport individuale perché è il pilota che si vede in televisione, ma dietro di lui c’è una squadra, una fabbrica di moto che deve essere unita per poter essere la migliore. In Germania si è visto il gioco di squadra, così come avere tutti i dettagli pronti prima del via, durante e dopo la gara. Tutto questo ti porta a guadagnare 25 punti preziosi per il campionato”.
Il vantaggio in classifica, una maturità diversa e la consapevolezza di poter far bene non danno però a Márquez la tranquillità che lo porterebbe a rilassarsi. Sa che ancora niente è deciso e, nonostante una prima parte di stagione altalenante e difficile, vede in Jorge Lorenzo e Valentino Rossi due contendenti pericolosi: “Vedo Rossi molto forte. Se lo scorso anno in pista vedevo molto forte Lorenzo e Valentino molto costante, quest’anno Rossi è più forte, ha più velocità. Però per determinate ragioni, forse il cambio delle gomme, è stato meno costante. Ma alla fine sono lì entrambi, perché Jorge sembra trovarsi in un momento complicato, ma non è la prima volta che gli capita, poi vince cinque gare di fila”.