Si torna in Europa. Dopo il trittico Qatar-Argentina-Texas, il Circus ferma a Jerez de la Frontera per la quarta tappa del Motomondiale 2016. Tutti a caccia della “lepre” Marc Marquez, capoclassifica con due vittorie e un terzo posto, piazzamenti valsi allo spagnolo 66 dei 75 punti sul piatto, e un vantaggio rispettivamente di +21 e +33 sulla coppia Yamaha Lorenzo-Rossi.
Un avvio che ha sfiorato l’en plein e messo in mostra un pilota maturato dagli errori della passata stagione, perfetta amalgama tra costanza e prestazione, mentre i rivali diretti, di solito più regolari, hanno già pagato dazio alla voce “cadute”: Lorenzo a Rio Hondo, Rossi e Pedrosa ad Austin, Dovizioso e Iannone entrambi con due zeri in casella (sebbene il forlivese, va precisato, non abbia fatto nulla per meritarli).
“Siamo molto felici di arrivare in testa al mondiale a Jerez, perché penso che i nostri avversari qui saranno molto forti. - ha detto Marquez - Sono molto contento del lavoro che stiamo facendo con la Honda perché abbiamo migliorato passo dopo passo a ogni gara: abbiamo trovato un buon set up di base in Qatar e poi migliorato ulteriormente in diversi settori, dal freno motore e all'elettronica, in Argentina e Texas”.
E bravo MM93 a riprogrammare se stesso, modulando il polso destro entro i limiti imposti dalle dinamiche di gara, dalla sua Honda RC213V non ancora al meglio e, soprattutto, dalle nuove ed imprevedibili Michelin, spietate nel condannare il pur minimo errore. Errori che il Cabroncito ha finora confinato ai turni di prove, rendendoli di fatto innocui in termini di classifica.
Fortuna o merito, il ritorno in Europa su una pista assai diversa da quelle battute aiuterà ad inquadrare più fedelmente gli equilibri tecnici, e ci dirà quanto il “Marquez Factor” abbia davvero inciso sulla sua leadership provvisoria. Il toboga di Jerez sarà la prova del nove per capire se i problemi di accelerazione lamentati dallo spagnolo potranno essere assorbiti anche su una sede stradale molto più angusta, e di conseguenza più esigente nella capacità di erogazione del gas.
“In ogni caso, - ha commentato il pilota di Cervera - c’è ancora molto lavoro da fare: ci sono ampi margini di miglioramento, soprattutto in accelerazione. Adesso in Europa troveremo piste più strette e con un diverso asfalto: dobbiamo aspettare e vedere come possiamo gestire la situazione. Correre in Spagna dopo tre gare oltreoceano e davanti al mio pubblico e al mio fan club è sempre molto bello e mi dà una motivazione in più”.