Chi fermerà Marc Marquez? Se lo chiedono un po’ tutti nel paddock del Circuit of the Americas, dopo un venerdì che ha visto il Cabroncito inarrivabile per chiunque. D’altronde, quella texana, è la sua pista d’elezione, dove Marc riesce a marcare differenza più che altrove: il record di 3 vittorie su 3 in MotoGp dal 2013 al 2015 sta lì a dimostrarlo.
A fine giornata, il funambolo iberico è riuscito a togliere altri 9 decimi al miglior tempo segnato in FP1 (2’04”034), malgrado un’innocua scivolata all’ultima curva. “Sono arrivato troppo forte, - ha spiegato - ho provato a chiudere ugualmente la traiettoria ma l’anteriore mi ha lasciato. Ora so che non dovrò riprovarci in quel punto”. Niente di che.
“Sono contento, le sensazioni sono buone, anche se c’è ancora qualcosa da fare sul setup. – ha proseguito il pilota di Cervera - La fiducia è sempre aumentata, ora bisognerà capire meglio le gomme, soprattutto il posteriore. Credevo di perdere di più in accelerazione, invece nelle ripartenze dalla prima marcia il gap è limitato. Con il nuovo devo guidare in un modo un po’ diverso, come fanno i piloti Yamaha: largo in entrata per preparare al meglio l’uscita. Non penso che migliorerò il record ma si può andarci vicini”.
Tutt’altre prospettive per Pedrosa, 10° in classifica e specchio forse più fedele delle difficoltà patite dalla Honda. “E’ stato un giorno difficile, ho lottato contro la moto, non mi piace per nulla l’assetto – si è lamentato Dani - A un certo punto, dopo avere sbagliato per l’ennesima volta la stessa curva, mi sono anche arrabbiato. Stiamo lavorando al massimo ma continuano le difficoltà. Aspettiamo domani per capire che gomma porterà Michelin”.