Estate pazza a Phillip Island. La prima delle tre giornate di test sulla pista australiana ha visto svettare Danilo Petrucci, già riferimento del ‘day 2’ a Sepang, ma l’instabilità climatica ha reso aleatori i riscontri della pista. Scrosci e schiarite, temperature schizofreniche e un asfalto misto, mai troppo asciutto né interamente bagnato, l’hanno fatta da padrona, impedendo ai team di girare in condizioni uniformi.
Il ternano su Ducati Pramac si è imposto col crono di 1’31”764, staccato su gomme slick nelle fasi finali del turno, al penultimo dei 12 giri effettuati. Un primato effimero, date le circostanze, ma che fa morale e conferma il buon livello del pacchetto italiano. A seguire Vinales, Smith, Redding e Crutchlow, piloti di seconda fascia tutti o quasi capaci di migliorarsi nell'ultimo tentativo utile, a riprova di una classifica poco fedele ai consueti valori.
Sesto Valentino Rossi, fresco 37enne, impegnato sulle due versioni della Yamaha M1. Il pesarese, che ha percorso 27 giri finendo a +1”327, ha dichiarato di preferire ancora la moto con telaio 2015 al nuovo prototipo, nonostante il meteo abbia impedito una comparazione più profonda.
E’ mancato il confronto con Jorge Lorenzo, oggi solo sedicesimo e staccatissimo a oltre 8”. Ingiudicabile il maiorchino, che ha trovato “tutto strano: pista, condizioni ma anche la moto, non era la Yamaha che ho guidato a Sepang”. In Yamaha è dunque rinviato ai prossimi giorni un giudizio più ferrato su telaio ed elettronica.
Nel box era ospite Luca Cadalora, l’ex iridato di 125 e 250 con cui il Dottore si è fatto vedere con sempre maggior frequenza, sin dal maggio scorso a Misano, in sella alla Yamaha R1, e in svariate occasioni al Ranch, palestra casalinga di Rossi. Cadalora ha festeggiato il compleanno del pilota insieme al team, nella serata di ieri, per poi seguirne il lavoro odierno dal box. E’ il preludio a una futura collaborazione? Chissà. Valentino si è detto possibilista, elogiando la passione e la cultura tecnica dell'ex-campione modenese.
Ai minimi termini l’attività in Ducati. Il team di Borgo Panigale ha completato 9 giri con il solo Iannone (decimo crono a +2”285 in sella alla GP16), mentre Dovizioso è stato autore di un solo out lap con la GP15 senza riprendere più la via della pista; non abbastanza per verificare le modifiche apportate al cambio seamless (ora disponibile su tutte e sei le marce) che qualche grattacapo aveva dato in Malesia.
Presente nel box della Rossa anche Casey Stoner, sei volte trionfatore sulla pista di casa dal 2007 al 2012, ma solo in qualità di osservatore: l’australiano tornerà a saggiare la GP16 nell’ultima sessione di test prevista in Qatar.
Rinvio a giudizio anche per la Honda HRC, presente con l’ultima evoluzione di motore vista a Sepang su entrambe le moto. Marquez (23 anni oggi) è stato l’unico pilota a montare le intermedie, installandosi al 12imo posto, mentre Pedrosa si è classificato buon ultimo (eccetto il n.c. Dovizioso) ma senza giri sull’asciutto.
Capitolo gomme: Ancora nessun responso sulla gomma posteriore ‘soft’ esplosa sulla Avintia di Loris Baz a Sepang. Piero Taramasso, responsabile motorsport di Michelin, ha promesso risposte definitive “in una settimana, massimo 10 giorni. Sicuramente prima dei test in Qatar”.
A Phillip Island, Michelin ha portato una soft differente, più rigida per sopportare le sollecitazioni offerte dai lunghi curvoni in appoggio della pista australiana, banco di prova tradizionalmente severo per le gomme. Lo ricordiamo: si gira in senso antiorario, con netta prevalenza di pieghe a sinistra che accresce il rischio di raffreddamento, e caduta, sul lato opposto dello pneumatico.