“Sono felice, oggi concludo in quarta posizione iridata: con i problemi avuti durante la stagione è davvero impressionante.” È proprio questo forse l’aggettivo più adatto per definire Dani Pedrosa, un pilota che sembrava quasi sul punto di mollare e che invece una volta di più ha trovato la forza per rialzarsi e per tornare nel posto che gli spetta di diritto, ovvero tra i grandi della MotoGP. Ripercorriamo la sua travagliata stagione 2015, ricca di momenti difficili all'inizio e di soddisfazioni alla fine.
Si comincia come sempre a Losail, con il primo GP della stagione in notturna. È un weekend complicato, concluso con una gara sottotono, in sesta posizione e mai in lotta con i primi. Il colpo di scena però arriva nel dopogara, con una conferenza stampa convocata dallo stesso pilota: “Troppi dolori, non posso continuare a correre così.” Pedrosa quindi si vedeva costretto a rinunciare da subito alle sue speranze iridate ed a fermarsi “a tempo indeterminato” per risolvere un problema cronico di sindrome compartimentale che lo tormenta da più di un anno. Dopo aver consultato svariati dottori, il catalano decide di sottoporsi ad un'operazione piuttosto invasiva ma che dovrebbe permettergli di risolvere il problema una volta per tutte. L'intervento riesce perfettamente e si parla da subito di un sicuro ritorno alle corse, ma i tempi di recupero sono lunghi: Pedrosa è costretto a saltare le tappe di Austin, Termas de Rio Hondo e Jerez, sostituito da Hiroshi Aoyama.
Le Mans è il tracciato previsto per il ritorno del pilota Honda, che si presenta in circuito con il braccio destro completamente fasciato, a causa dei postumi dell'operazione. Non si tratta di un weekend facile, ma è comprensibile: passa direttamente in Q2 classificandosi alla fine in ottava posizione. La gara però sarà più difficile perché a pochi giri dalla partenza è protagonista di una caduta, ma il pilota non si arrende e cerca di rimontare più possibile chiudendo in sedicesima posizione. Ulteriori progressi si registrano al Mugello, ma è il circuito di casa del Montmeló il teatro del suo ritorno sul podio, per la gioia di Pedrosa, del suo team e di tutti i suoi fan. Quello di Assen è un GP più complesso, mentre il Sachsenring, da sempre molto apprezzato dal pilota catalano, lo vede nuovamente sul podio in seconda posizione, completando un'ottima doppietta Honda assieme al compagno di squadra Márquez, vincitore in gara.
C'è ora quasi un mese di pausa estiva, ottimo per Pedrosa per continuare il recupero al braccio, che comunque sembra stia migliorando costantemente. Si torna poi in azione, ma i prossimi GP saranno ancora un po' difficili: Indianapolis lo vede quarto, mentre Silverstone e Misano saranno appuntamenti complicati soprattutto a causa della pioggia comparsa solo in gara. La tappa di Aragón invece è teatro di uno dei duelli più avvincenti della stagione: Dani Pedrosa e Valentino Rossi ingaggiano un'intensa ed emozionante battaglia per il secondo gradino del podio che si protrae fino a fine gara, con il catalano che tira fuori una grinta mai vista fino a questo punto della stagione e riesce ad avere la meglio sul collega italiano, chiudendo il penultimo appuntamento spagnolo con una splendida prestazione.
Passiamo ora alla cosiddetta tripletta asiatica, ovvero alle gare del Giappone, dell'Australia e della Malesia. Cominciamo da Motegi: Pedrosa, scattato dalla seconda fila, realizza una grande partenza e ci mette poco a prendere la testa della corsa, che non abbandonerà fino alla bandiera a scacchi. È ciò che sia il pilota che il suo team volevano, la conferma che Aragón era solo l'inizio e che il catalano ormai era tornato in forma: si tratta della vittoria numero 27 da quando esordì nella categoria regina, quasi dieci anni fa ormai. A Phillip Island chiude in quinta posizione, ma regala una nuova lezione di motociclismo a Sepang, quando conquista la seconda vittoria stagionale, la ventottesima in MotoGP, e portandosi a quota 99 podi nella categoria regina.
La cifra tonda però verrà raggiunta nientemeno che due settimane dopo, a Valencia, l'atto finale di questa stagione 2015 del Motomondiale. Fin dalle prime libere c'è qualche difficoltà per quanto riguarda la moto e le gomme, ma questo non frena Pedrosa che riesce a scattare dalla terza casella in griglia. La gara non è sempre, proprio per gli stessi problemi che lo condizionano per tutto il weekend, ma ciò non gli impedisce di fare una gara conservativa per poi alla fine recuperare sui connazionali in testa e provare ad ingaggiare un duello per la vittoria, che purtroppo non vince anche a causa di un errore. Pedrosa chiude l'ultimo GP della stagione in terza posizione, conquistando il podio numero 100 in MotoGP (un numero impressionante, solo Rossi ha fatto meglio) e consolidando la quarta posizione finale in classifica. L'ultimo dei “fantastici 4” della categoria regina è tornato, più in forma che mai.
“Non mi sentivo molto a mio agio all'inizio della gara” dichiarerà poi il 26 al parco chiuso, più che soddisfatto della sua gara, “con il serbatoio pieno facevo fatica, soprattutto perché non avevo grip sull'anteriore, e ho perso terreno, ho cercato ancora di recuperare ma non riuscivo, quindi sono rimasto dov'ero. Verso la fine mi sono sentito meglio in sella, sono riuscito a guidare come volevo e ho cercato di riavvicinarmi. Mi sono davvero divertito negli ultimi giri!” L'unico rimpianto? “Volevo provare a vincere la gara, così ho passato Márquez, ma lui ha risposto subito e io ho commesso un errore sbagliando marcia, sono finito lungo e ho perso terreno, un peccato.” Ma come sempre si guarda al bicchiere mezzo pieno. “Sono contento, anche oggi ho chiuso in terza posizione! Dobbiamo lavorare bene da subito per cercare di essere a posto fin dal primo momento nella prossima stagione.”
Forse troppo spesso si sottovaluta il valore non solo in pista, ma umano, di Dani Pedrosa. Un pilota piccolino (misura solo 1.58), in grado di controllare, non senza difficoltà, un bodile che pesa tre volte lui. Un uomo forte, che non si è mai arreso davanti alle molte lesioni subite nel corso della sua carriera, tornando sempre più forte e competitivo che mai. Un campione per quanto riguarda il rispetto e la correttezza verso i rivali, con cui si misura senza paura ogni volta che scende in pista. Il fantino di Sabadell, come lo chiamano in Spagna, capace di sfoggiare a fine gara un enorme sorriso di soddisfazione per essere riuscito a tornare ai suoi livelli, chiudendo la stagione con un obiettivo ben preciso: “Spero l'anno prossimo di diventare il campione!” Un titolo che ancora manca a questo pilota, uno dei più vittoriosi di sempre, ma che per vari motivi, soprattutto fisici, continua a sfuggirgli. Sarà il 2016 l'anno giusto per la sua incoronazione? A Pedrosa comunque non si può che rivolgere un grosso augurio, affinché sia in grado di lottare fino alla fine per il suo sogno.