Primo italiano a vincere in Superbike ed un ultimo mondiale conquistato a 41 anni. Poi l’addio alle corse. Max Biaggi ha chiuso in modo glorioso la sua carriera, uscendo da vincitore, scrivendo ancora una volta la sua storia e quella del motociclismo. Una nuova avventura ha avuto inizio dopo il ritiro: ancora aerei, ancora paddock, ma stavolta in veste di commentatore. Accompagna ormai da tre anni gli appassionati nel Mondiale Superbike, raccontando le gare, offrendo la sua esperienza e la sua conoscenza a tutto il pubblico.

Ma un pilota resta sempre un pilota. La razionalità fa dire basta, il cuore vuole tornare in pista. Quest’anno Max Biaggi ha ascoltato il cuore. Si vociferava da tempo un possibile ritorno del Corsaro come wild card ed ecco tutti accontentati. Il sei volte Campione del mondo ha tolto la cuffia ed il microfono ed è tornato ad indossare i panni che più gli si addicono, quelli con cui è più a suo agio. Max Biaggi è salito di nuovo in sella all’Aprilia, la moto che lo ha portato in cima al mondo nei suoi ultimi anni di carriera.

Il richiamo della pista era troppo forte per poterlo mettere a tacere, così a Misano ha di nuovo abbassato la visiera e si è buttato nell’avventura da wild card. Certo, una wild card d’eccezione, ma 44 anni e ben tre stagioni di stop non davano molte aspettative. Due ottimi quinti posti hanno però dimostrato ancora una volta cosa il pilota romano è capace di fare. L’entusiasmo della gara di casa ha fatto sì che Biaggi potesse essere ancora più soddisfatto del suo risultato. Il calore del suo pubblico, della sua gente, lo ha reso più forte, caricandolo di una gioia e di un’energia immensa: “È stato molto bello essere una wild card a Misano, c’è stata una grande manifestazione d’affetto e di passione da parte di tutti gli amanti del motociclismo. Nemmeno io immaginavo quanta partecipazione e quanto coinvolgimento tutto ciò potesse suscitare. Per me è stato un bel momento di sport, ho vissuto dei momenti bellissimi in pista durante tutto il weekend, specialmente il venerdì e la domenica, con riferimento in particolare a Gara 2. Non nascondo però che la vera impresa è stata trovare le motivazioni forti per correre di nuovo a Sepang, una pista da cui manco da molti anni e su cui non ho mai corso con la Superbike. Non sarà facile ripetere o stesso risultato di Misano, ma il bello di questo ritorno è anche affrontare sfide complicate. Ce la metteremo tutta”.

Dopo aver incantato il pubblico, tutto era pronto per la nuova sfida: il Gran Premio della Malesia, nuovo banco di prova per il pilota romano che non nascondeva la preoccupazione e le difficoltà di un weekend che si preannunciava complicato.

Ma a fargli forza in questa seconda avventura da wild card c’era la famiglia, c‘erano i suoi tifosi, la sua squadra e poi anche lui, il Dottor Costa. Con una meravigliosa lettera, l’angelo custode dei piloti fa sentire tutto il suo sostegno a quello che lui chiama “il figlio prediletto”. Di seguito è riportata la lettera:

Caro Max, 
il cuore dei fanciulli è sedotto dalle cose curiose; non si interessa di ciò che è conosciuto, ma di ciò che è intricato. È in virtù di questa forza che i ragazzi trovano la spinta per costruire la realtà, sorretti dalla loro spontanea creatività. Tu, Max, eri e sei tutto ciò: il desiderio inesauribile di conoscere, conoscersi e creare. Un poeta che gioca per disporre di tutto il mondo nella sua strabiliante ricchezza. Sei talmente artista che per te non esiste né esisterà la vecchiaia.
Illudersi nella vita vuol dire giocare con l'insolito e tu questo stai facendo. Sei tornato in pista da Campione. Stai scrivendo non una storia, ma quello che sta oltre alla storia: il desiderio insaziabile di emozioni. Un eterna fanciullezza dove il regno dei desideri non si corrompe mai. Il desiderio di correre con una spalla rotta a Suzuka, in Giappone, e prendere quella manciata di punti per vincere il mondiale. Il desiderio folle di correre al Mugello con i fili di duro acciaio che trattenevano le fratture della mano; di chiedere, dopo il risveglio da una delicata e lunga operazione al piede gravemente fratturato, una pizza alla romana. In una parola, non sorprende affatto che da buon adulto, invece di fare il bravo presentatore, tu corra il mondiale Superbike. In Malesia, dopo la corsa di Misano, non so se salirai i gradini del podio, ma sono certo che sfoglierai le pagine di una metastoria dove si leggono queste indelebili parole: Tu Max sei il mito del puer eterno, la leggenda della fanciullezza.
Un giorno, commentando il mondiale SBK a Imola, hai detto che mi vuoi bene come a un padre. Mi hai commosso. E con il cuore stretto dall’emozione, oggi ti rispondo: “E io tantissimo, come al figlio prediletto che non mi ha tradito mai. Vai, e che le nuvole mai stanche della Malesia ti accompagnino sul podio della gloria senza età”.
Tuo, dottor costa
”.

Max non ha corso da solo. Ha portato con sé tutti coloro che hanno sempre creduto in lui, che lo hanno sempre sostenuto. Il modo migliore per dimostrare loro il suo affetto era fare un buon risultato, ma per il podio che ha regalato forse i suoi sostenitori non smetteranno mai di ringraziarlo.

Il mito di Max Biaggi continua a Sepang dunque, dove, con una splendida gara, sale sul terzo gradino del podio. L’emozione è tanta, la gioia incontenibile. 44 anni ed una prestazione che ha lasciato basiti. L’avventura da wild card non si conclude però nel migliore dei modi: a terra alla prima curva, Max è costretto al ritiro. La delusione è tanta, ma la soddisfazione di tutto ciò che è avvenuto prima e l’entusiasmo che tutti gli hanno trasmesso rendono Max Biaggi felice. Probabilmente poteva tornare sul podio, magari sarebbe anche riuscito a vincere. I presupposti c’erano, ma le ipotesi servono a ben poco.

A fine weekend la rivelazione: l’impresa del Corsaro è stata ancora più ardua di quanto tutti pensassero. Una spalla lussata ed una ferita alla tibia destra sono il risultato di una caduta proprio a Sepang la scorsa settimana durante i test. Uno stoico Biaggi ha stretto i denti, sopportato in silenzio e curato le ferite senza che nessuno sapesse nulla. Ma il pilota è andato oltre il dolore, raggiungendo un obiettivo che è ancora più storico di quanto si potesse immaginare.

Max Biaggi è andato contro l’età, lo stop e gli infortuni. Ha abbassato la visiera ed è tornato il ragazzo che non ha mai smesso, lottando con il dolore e con le difficoltà. L’ebbrezza del podio prima e la delusione della caduta poi sono il risultato di un weekend di lavoro che ha comunque portato i propri frutti.  Del Gran Premio della Malesia restano ora la gioia, il piacevole ricordo di una splendida impresa. Resta Max Biaggi, l’intramontabile.