Si sono conclusi i quattro giorni di test previsti per la Superbike all’Autódromo Internacional do Algarve di Portimão. Non erano presenti né il campione del mondo in carica Tom Sykes né Sylvain Guintoli (ancora convalescente per una doppia operazione ad una spalla), ma ci sono state comunque delle novità: davanti a tutti ci sono le due Suzuki dell’esordiente Alex Lowes e del vice campione del mondo Eugene Laverty.

Nonostante la pioggia dei giorni scorsi non abbia permesso di svolgere tutte le attività in programma, il duo ha mantenuto la testa della classifica prima con Laverty, sopravanzato nell’ultimo giorno di test dal compagno di squadra Alex Lowes, che con un 1:42.5 è già molto vicino al giro veloce in gara marcato in 1:42.475 da Tom Sykes. Un ultimo giorno tra l’altro chiuso leggermente in anticipo a causa di una caduta dello stesso pilota britannico con perdita di olio in pista: inevitabile quindi la bandiera rossa che ha tenuto fermi i piloti ai box per circa mezz’ora prima di poter ripartire per un quarto d’ora conclusivo.

Si trattano comunque di giornate positive per il team Suzuki e per Eugene Laverty in particolare, che lascia Portimão molto soddisfatto: “Nei primi test ad Almeria ho cercato di capire la moto, qui abbiamo provato ad adattarla al mio stile di guida. Mi manca qualcosa a livello di telaio, ma l’elettronica ora funziona bene e sono riuscito a mantenermi tra 1:42 alto e 1:43 basso, quindi sono contento.” Da tenere d’occhio il suo compagno di squadra Alex Lowes, Campione British Superbike in carica e molto veloce fin da subito, anche se incappato in un errore alla fine dei test: “Ho esagerato in staccata: ho visto che stavo migliorando ancora, ma sono arrivato largo in staccata e nel cercare di riprendere la moto sono caduto. Ma ho anche percorso un long run di 15 giri con le gomme dure con tempi attorno a 1:43 alto, e lascio Portimão sapendo di aver imparato molto in questi giorni.”

Se Suzuki vuole riscattarsi, non è da meno il team Pata Honda, con Jonathan Rea che ottiene il terzo tempo in 1:42.9, circa sei decimi meglio del compagno di squadra Leon Haslam, e con Michele Magnoni che continua il suo lavoro di sviluppo in qualità di tester. Nel complesso, Rea si dice più ottimista: “L’elettronica è migliorata, così come il freno motore, già uno dei nostri punti di forza, ma dobbiamo concentrarci di più sull’erogazione della potenza e la risposta dell’acceleratore. Abbiamo mantenuto un passo costante attorno a 1:43 basso, non sono del tutto soddisfatto ma stiamo migliorando.”

Segnali positivi anche per quanto riguarda le Ducati: Davide Giugliano e Chaz Davies, rispettivamente quarto e sesto nell’ultima giornata di test, hanno fornito una grande quantità di dati che gli ingegneri dovranno poi elaborare prima di andare in Australia. Il pilota italiano si rammarica solo di non aver potuto abbassare il proprio tempo a fine giornata: “C’era la possibilità di migliorare di circa quattro decimi, ma con le bandiere rosse non è stato possibile. La cosa più importante era lavorare sull’assetto e siamo riusciti a concludere il programma girando anche più veloci rispetto all’anno scorso. C’è ancora molto lavoro da fare, ma i miglioramenti sono costanti.”

Moderatamente soddisfatto anche Marco Melandri, che assieme al tester Alex Hofmann continua il lavoro di sviluppo della Aprilia. Il ravennate ha mancato di poco l’1:42 ed ha chiuso con il quinto tempo. “Abbiamo provato molte cose oggi, ma non abbiamo ottenuto buoni risultati. Volevamo testare alcune modifiche ancora più radicali, ma le bandiere rosse non ce lo hanno permesso. Non sono contento del mio tempo, ma sono soddisfatto perché sia io che la squadra abbiamo capito quale direzione prendere.”

Tanto lavoro in pista anche per Claudio Corti: l’ex pilota MotoGP ha sofferto alcuni problemi di elettronica sulla sua MV Agusta ed ha chiuso con il nono tempo, comunque migliore di più di un secondo rispetto al giorno prima. “Abbiamo portato qui un ride-by-wire aggiornato, ma non funziona ancora come dovrebbe. Dobbiamo sistemare l’elettronica prima possibile, così poi potremo dedicarci alla ciclistica. Lo sviluppo è partito da poco, dobbiamo solo avere pazienza.”

In pista a Portimão anche due EVO: miglior tempo per Sylvain Barrier, due volte Campione Superstock 1000, che ottiene un 1:44 con la sua BMW del team BMW Motorrad Italia, mentre Jeremy Guarnoni, ex Campione Europeo Superstock 600, ottiene un 1:45.3 sulla sua Kawasaki Ninja del team MRS Racing.

I tempi ufficiosi:

1. Alex Lowes – Voltcom Crescent Suzuki – 1:42.5
2. Eugene Laverty – Voltcom Crescent Suzuki – 1:42.6
3. Jonathan Rea – Pata Honda World Superbike Team – 1:42.9
4. Davide Giugliano – Ducati Superbike Team – 1:43.0
5. Marco Melandri – Aprilia Racing Team – 1:43.1
6. Chaz Davies – Ducati Superbike Team – 1:43.2
7. Leon Haslam – Pata Honda World Superbike Team – 1:43.5
8. Sylvain Barrier – BMW Motorrad Italia – 1:44.0 (EVO)
9. Claudio Corti – MV Agusta Reparto Corse Yakhnich Motorsport – 1:44.5
10. Alex Hofmann – Aprilia Racing Team – 1:45.0
11. Jeremy Guarnoni – MRS Kawasaki – 1:45.3 (EVO)
12. Michele Magnoni – Pata Honda World Superbike Team – 1:46.4