Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, nel giorno del suo 50esimo compleanno ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Tantissimi i temi trattati, andiamo a scoprire quali!

Allarme Coronavirus - "Purtroppo, i casi continuano a crescere. Io lavoro forse di più. Abbiamo preso decisioni importanti. Ma quello che succede relativizza molte cose, calcio compreso. Io ringrazio dottori, infermieri e tutti quelli che rischiano la loro vita per salvarne altre. Loro sono eroi".

Prima la salute po ripartire - "Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno. Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms" 

Fifa - "Abbiamo dimostrato spirito di cooperazione e solidarietà con Europa e Sudamerica. Ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti".

Riforme - "Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute".

SuperLega - "Mi viene da ridere. E cos’altro? Da quel che vedo, ci pensano già altri a progettare e organizzare tornei in giro per il mondo, al di fuori dalle strutture istituzionali. Dobbiamo arrivare in un futuro dove 50 nazionali potranno vincere il Mondiale, e non solo 8 europee e 2 sudamericane. Lo stesso vale per i club, serve riequilibrare il sistema".

Var - "Gran partenza, ora sofferenze nei tornei nazionali. La Var è ormai indispensabile. Se usata come si deve, le critiche si placheranno. Può essere perfezionata".

Procuratori - "Il calcio non può più essere un Far West, dove non esistono regole: ogni estate circolano circa 7 miliardi di euro veicolati in paradisi fiscali. È il settore meno regolamentato al mondo".