Cristiano Ronaldo segna e trascina il Portogallo, Leo Messi attende la notte, la sua notte. Almeno questa è la speranza che serpeggia in Argentina. Tocca di nuovo al 10, dopo l'amaro esordio condito dal maldestro rigore. Si riparte, in casa biancazzurra, dal pari con l'Islanda. Ansie e paure, il fallimento che prende forma all'orizzonte e costringe Messi, una volta ancora, a caricarsi i compagni sulle spalle. Campioni affermati in cerca della retta via, ai piedi del fuoriclasse assoluto, capace di trascinare la rappresentativa al mondiale e ora chiamato a ridisegnare il cammino. Sampaoli è sulla graticola, scelte poco oculate le sue, cambia per non salutare la competizione in anticipo. Nulla è precluso, ma la Croazia - rivale dell'Argentina questa sera a Nizhny Novgorod - è selezione di estrema qualità, in grado di porre in scacco anche la voglia di ritorno della formazione sudamericana.
Scossa dal caso Kalinic - allontanato dal ct dopo il mancato ingresso nella partita contro la Nigeria - è al comando del girone e può sigillare l'approdo agli ottavi in caso di affermazione con l'Albiceleste. Dalic conosce bene le potenzialità dell'undici guidato dalla Pulce, ma fiuta un'occasione propizia. L'Argentina è perforabile, è vittima dei suoi stessi interrogativi. Manca, sul fronte nemico, un filo conduttore, la Croazia non può mancare l'appuntamento con la storia. Porre in tasca il pass per gli ottavi e al contempo cancellare dalla cartina mondiale una diretta concorrente.
Rivoluzione, poco ci manca. Sampaoli si affida al 3-4-2-1, mutano alcuni interpreti. Fuori Di Maria, tocca a Pavon, acclamato da tifosi e critica, nel settore d'attacco. Affianca Messi, il terminale è Aguero, sotto la lente d'ingrandimento dopo la performance, non eccelsa, con l'Islanda. Scalpitano Dybala e soprattutto Higuain. In mediana, Meza fornisce supporto a Mascherano - Biglia, come Banega, siede in panchina - corsie coperte da Acuna e Salvio. Tagliafico trova posto nella difesa a tre diretta da Otamendi e ultimata da Mercado. In porta Caballero.
La Croazia, pur senza l'alternativa Kalinic, fa paura. Mandzukic è qui la punta centrale, è l'ariete in grado di trascinare il plotone. Modric funge da collante, ha margine d'azione sulla trequarti. Lo sviluppo del gioco è affidato a Rakitic e Badelj, mentre forte è l'impatto sull'esterno grazie a Rebic e Perisic. A disposizione anche Brozovic e Kovacic, la margherita di scelta, nel mezzo, è ampia. I terzini sono Vrsaljko e Strinic, Vida e Lovren oscurano i pali di Subasic.
Direzione affidata all'uzbeko Irmatov.
(Nell'immagine sottostante, una possibile variabile nel centrocampo dell'Argentina, Perez in luogo di Meza)