Il Portogallo ha strappato un punto alla Spagna nel proprio debutto a Russia 2018, dopo un pirotecnico 3-3 che ha illuminato la notte di Sochi. A brillare più di tutti, neanche a dirlo, è stato Cristiano Ronaldo: il Pallone d'Oro in carica si è messo la squadra sulle spalle e l'ha guidata a questo buon risultato con una tripletta. Una prestazione che verosimilmente avrebbe meritato di essere accompagnata da tre punti, ma limitata da tutti i problemi strutturali messi in mostra dalla Seleçao das Quinas.
All'Europeo eravamo stati sorpresi dalla squadra di Fernando Santos, in grado di trovare una solidissima organizzazione difensiva e poi in grado di dare il proprio meglio in transizione. Così era arrivata l'epica vittoria finale in terra francese, dopo la quale forse quest'anno ci aspettavamo qualcosa in più dai lusitani. Ed invece la loro prima prestazione ha confermato tutte le capacità negli spazi aperti, pur in una serata sfortunata sotto l'aspetto della qualità dell'ultimo passaggio, ma ha aperto nuovi dubbi. Il più importante riguarda il muro difensivo, messo più volte a disagio dalle combinazioni nello stretto degli spagnoli e che ha rischiato più volte di subire un passivo anche superiore a tre gol. Emblematico in tal senso l'azione che ha portato al momentaneo 2-2, quando con un banalissimo schema Diego Costa è riuscito a trovare lo spazio per il tap-in vincente nell'area piccola.
E poi rimangono i problemi più noti. A difesa avversaria schierata, tante volte è sembrato che l'unica soluzione del Portogallo fosse un lancio lungo verso una delle due punte, soluzione spesso preda degli anticipi di Piqué e Sergio Ramos. Non ha aiutato in tal senso certamente il pressing forsennato degli avversari, ma anche la brutta serata di Bernardo Silva, in genere uno che ha tutte le qualità per funzionare da "apriscatole" con i suoi dribbling. Il peggiore del reparto avanzato è stato però certamente Gonçalo Guedes, goffo in tante situazioni e nel complesso evanescente. Uno del suo talento deve sapersi comportare meglio, anche se per lui vale ancora il bonus dell'inesperienza.
Così facendo di fatto Cristiano Ronaldo si è trovato da solo, che per lui non è una condizione così problematica come per gli altri. Ha fatto reparto ed aspettato il momento giusto, si è guadagnato il rigore e la punizione che lui stesso ha trasformato in gol, trovando nel mezzo pure un varco gentilmente concesso da De Gea. Le piccole crepe nella concentrazione della Roja sono diventati degli abissi, prevalentemente grazie alle doti dell'ex Real Madrid, che si conferma al solito parecchio decisivo, in particolare quando ce n'è davvero bisogno. Il suo sforzo, come già detto, avrebbe portato tre punti a molte altre Nazionali ma non è stato per nulla vano, anzi.
Con tutti questi problemi che restano, in ogni caso sembra che i campioni d'Europa ieri sera abbiano fatto un importante passo in avanti verso la qualificazione agli ottavi di finale. D'altronde la differenza sulla carta con Marocco ed Iran è piuttosto evidente, e quindi basteranno prestazioni anche di poco più solide rispetto a ieri sera per portare tranquillamente a casa l'accesso alla fase successiva. Il Portogallo dovrà in sintesi mostrare di aver imparato la lezione più avanti, grazie alla possibilità di farlo in tranquillità che gli è stata concessa da CR7. "Quando hai in squadra uno così, può succedere di tutto" ha detto Bernardo Silva. Si fa fatica a dargli torto.