Forse non la prima scelta della Federazione, ma quella che quando è stata intrapresa si è rivelata la meno complicata di tutte. Roberto Mancini sarà il prossimo CT della Nazionale che dopo il fallimento di Russia 2018 è chiamata a ripartire, o almeno a provare a farlo. L'attuale allenatore dello Zenit sarà in Italia a metà della prossima settimana per firmare il contratto che lo legherà alla Federazione fino al 2020. Niente accordo lungo fino ai prossimi Mondiali, prima ci sono da disputare la Nations League e, si spera, i prossimi Europei che avranno la loro gara d'esordio all'Olimpico di Roma.
L'ultimo ostacolo che impediva a Mancini di fare l'ultimo passo verso l'Italia erano i soldi che ancora gli doveva lo Zenit, a cui era legato con altri due anni di contratto. 13 milioni di euro circa, a cui Mancini ha deciso di rifiutare per poter firmare con la Nazionale per 2 milioni di euro a stagione, più bonus e premi legati all'eventuale qualificazione all'Europeo. Nel suo staff dovrebbe essere presente anche Andrea Pirlo, per cercare di andare nella direzione auspicata da molti di un calcio italiano che riparte da quei giocatori che lo hanno reso grande nel recente passato.
Curriculum internazionale importante, Mancini si lancia per la prima volta nell'esperienza da selezionatore di una Nazionale. Inutile dire quanto siano diversi i due incarichi, giusto però sottolineare come Mancini avrà la possibilità di scegliere esattamente i giocatori che vorrà tra tutti quelli a disposizione. E qui una somiglianza con il ruolo di manager all'inglese da lui spesso interpretato nelle sue esperienze su panchine di club sembra essere semplice da trovare.
Le prime convocazioni arriveranno intorno al 20 di maggio e quella data potrebbe segnare il ritorno di Mario Balotelli in Nazionale. L'attaccante del Nizza ha fatto bene come numeri da quando è arrivato a giocare in Francia, il suo feeling con Mancini è sempre stato elevato e anche nei comportamenti fuori dal campo Balotelli sembra aver fatto qualche passo in avanti. Mancini però punterà soprattutto su quelle che ha sempre ritenuto essere qualità tecniche e fisiche importanti, da giocatore di prima fascia.