La Costa Rica del calcio noi italiani la conosciamo tristemente bene. Ricordiamo tutti quando nello scorso Mondiale, quello in Brasile, una zuccata di Bryan Ruìz fu il primo passo verso la seconda eliminazione consecutiva ai gironi per gli Azzurri nel torneo più atteso. Quanto avvenuto quattro anni fa non va dimenticato quando si parla dei Ticos, una selezione forse fra le meno rilevanti per quanto riguarda l'importanza sotto l'aspetto storico, ma certamente una delle più forti psicologicamente. Una forza che non è scemata con l'approdo nel 2015 del nuovo CT, Óscar Ramírez, figura rilevantissima all'interno del sistema costaricano, ma che anzi pare essere aumentata in maniera rilevante nel corso degli anni, con un gruppo che è rimasto quello, di fatto cementandosi.
Che allenatore è Óscar Ramírez
Óscar Antonio Ramírez Hernández è nato nel 1964 ed ha disputato una discreta carriera da calciatore, di ruolo centrocampista, dando il meglio con la maglia dell'Alajuelense, dove ha trascorso dieci anni e collezionato più di 300 presenze. Lo stesso club è stato importantissimo nell'inizio della sua seconda vita da allenatore: la vittoria di cinque titoli nazionali consecutivi (in due esperienze separate) lo ha portato alla definitiva consacrazione ed alla nomina, poco dopo l'addio, come vice di Wanchope, il nuovo CT. In realtà Wanchope è stato coinvolto in una rissa a Panama una settimana dopo la nomina e ciò ha portato alle sue dimissioni per far spazio proprio al mejor técnico del país, citando un articolo di CR Hoy del 2012. È una figura conosciuta nell'ambito della CONCACAF, come tecnico più pragmatico che idealista. Il suo schieramento base prevederebbe l'utilizzo di un 4-3-3, ma a causa dei modesti mezzi tecnici a disposizione non sarebbe sorprendente vedere la Tricolor ricorrere ad un 5-4-1 in fase di non possesso nella competizione più importante del mondo.
I suoi ideali sono stati confermati anche alla sua prima partecipazione alla Copa América, nell'edizione 2016, quella del Centenario. Negli USA, trovandosi contro i padroni di casa e la Colombia nel girone, l'eliminazione era pressochè preannunciata per Costa Rica. Così è stato, ma tutto sommato la squadra ha offerto un buon livello prestazionale ed è pronta a ripartire nuovamente da sfavorita in un nuovo gruppo tutt'altro che semplice. Brasile, Svizzera e Serbia sono tutti avversari più quotati ed è chiaro che bisognerà nuovamente affrontare il pronostico per poter andare avanti nel torneo. Mentalmente però la Sele partirà con un vantaggio importante, quello di non avere la minima pressione alle spalle. Tutto il popolo costaricense è unito nello spingere a tutti i costi per questo sogno, con un solo sentimento dominante: l'entusiasmo.
La rosa: Keylor Navas ma non solo
È piuttosto raro parlare di un portiere come miglior giocatore della storia di un Paese. Una delle poche eccezioni riguarda proprio Keylor Navas, sicuramente il miglior portiere della storia di Costa Rica, ma considerato da molti uno dei più grandi di sempre per quanto riguarda i centroamericani. Bi-campione d'Europa da titolare col Real Madrid e finalista in quest'edizione della Champions League, el Gato è anche un leader più che fondamentale per un gruppo con dei valori importanti. Ovviamente poi l'ex Levante è un riferimento per quanto riguarda l'ambito tecnico: i suoi grandiosi riflessi saranno chiamati certamente in azione dalle giocate di Neymar o dalle sassate di Shaqiri e Kolarov, ma nei momenti decisivi lui è un calciatore che ha raramente tradito le aspettative. Ed è anche su di lui che poggiano molte delle minime aspettative di tutta una nazione.
Alle spalle poi c'è comunque una schiera di buoni giocatori. Fra i più rilevanti c'è Celso Borges, centrocampista di qualità in forza al retrocesso Deportivo La Coruna. Nemmeno per lui è stata una grande stagione, ma a 29 anni la certezza di esserci a quello che sarà con buone probabilità il suo ultimo Mondiale potrebbe essere uno stimolo non da poco. Punti fermi sono anche il laterale sinistro Bryan Oviedo, protagonista di una stagione buona col Sunderland in Championship, e il già citato Bryan Ruìz, classe 1985 che con lo Sporting Lisbona è riuscito comunque a mettere su un buon numero di presenze dopo alcuni problemi fisici e dovrebbe esserci, da capitano. Andiamo a vedere dunque i principali candidati alla convocazione, in attesa della lista vera e propria.
Portieri: Keylor Navas, Danny Carvajal, Leonel Moreira, Kevin Briceño.
Difensori: Cristian Gamboa, Ian Smith, Giancarlo Gonzàlez, Óscar Duarte, Kendall Waston, Francisco Calvo, Kenner Gutiérrez, Jhonny Acosta, Bryan Oviedo.
Centrocampisti: Celso Borges, Wilmer Azofeifa, David Guzmàn, Yeltsin Tejeda, Bryan Ruìz, Rodney Wallace, Ulises Segura.
Attaccanti: Marcos Ureña, Yendrick Ruiz, Daniel Colindres, Josué Mitchell, Joel Campbell, Johnny Woodly.
Il sogno
Per Costa Rica quella del 2018 sarà la quinta partecipazione ad un campionato del mondo. Basterebbe questo per capire che l'unico obiettivo concreto per la Tricolor, cioè partecipare, è stato raggiunto; tuttavia il progetto tecnico di crescita partito nella preparazione alla competizione del 2014 sembra giunto al proprio massimo e la voglia di riconfermarsi nel palcoscenico più importante è comunque tanta. Dando per irraggiungibile il Brasile, l'idea di Ramírez sarà quindi probabilmente di giocarsi il classico tutto per tutto contro gli avversari meno blasonati per passare il girone, ed eventualmente da lì in poi confermare la propria identità. Quattro anni fa furono soltanto i rigori a fermare la cavalcata dei costaricani, nella seconda fase del torneo. Chissà che non sia quindi la volta buona per fare di nuovo uno sgambetto a chi non mette in campo la stessa passione dei Ticos. Loro ce la metteranno tutta, con la solita formula di corsa, concentrazione ed entusiasmo.