A nove anni di distanza la stessa scena che si ripropone agli occhi del mondo: Messi che abbraccia Iniesta e Iniesta che abbraccia Messi. Nello stesso spazio, nella stessa metà e nella stessa porta in cui nove anni prima i catalani avevano centrato la finale di Champions. Il Barcellona, dunque, pareggia nuovamente 1-1 in casa del Chelsea ponendosi in una posizione di leggero vantaggio sugli inglesi in vista del ritorno che si giocherà al Camp Nou il prossimo 14 marzo.

I catalani hanno dominato dal punto di vista del possesso palla (più di 800 passaggi contro i 200 dei Blues), ma sono stati imbrigliati dalle linee strettissime poste da Antonio Conte nel suo "falso" 3-4-3. Già, perché quello dell'allenatore italiano è stato un 5-3-1-1 sin dall'inizio, con Pedro spostato sulla linea dei centrocampisti e Willian e Hazard interscambiabili lì davanti. Valverde non si è affidato alle sorprese, ma alle solite certezze con il suo classico 4-4-2 ed un Paulinho stranamente adattato sulla fascia destra, in poche parole lasciato solo al suo destino per gran parte della sua personale partita.

Il canovaccio tattico, il copione ipotizzato alla vigilia diventa subito realtà dal quinto minuto in poi con il classico possesso degli ospiti, mirato ad aprire le maglie avversarie, contro il più che "italiano" Chelsea chiuso nella propria metà campo aspettando il contropiede giusto. La strategia di Conte mira al centrocampo degli ospiti che riescono a giocare solo in orizzontale verticalizzando soltanto quando Messi prende palla, tanto che l'unica chance della prima frazione parte proprio dai piedi dell'argentino, palla dentro per Paulinho che di testa manda fuori. I catalani tengono il baricentro alto per tutta la durata del primo tempo, ma rischiano di ritrovarsi sotto di due reti con i due pali colpiti da Willian.

Fonte foto: Twitter Barcellona
Fonte foto: Twitter Barcellona

La ripresa è l'esatta riproposizione di quanto visto nei primi quarantacinque minuti: sterile possesso della squadra di Valverde che commette il mortale errore di lasciare Willian da solo, al limite, sugli sviluppi di un corner. Risultato? Vantaggio Chelsea con il terzo tentativo del brasiliano andato a segno. L'ex Bilbao capisce che Paulinho brancola nel buio in quel ruolo e inserisce Vidal per offendere con più decisione e, allo stesso tempo, dar manforte anche a Sergi Roberto in caso di contropiede degli inglesi con Hazard. La chiave è il centrocampo con un Kante superbo ad arginare la fantasia di Busquets e gli inserimenti a farsi spenti di Rakitic, Messi viene triplicato ogniqualvolta tocchi palla e, in questi casi, arriva l'aiuto della dea bendata (che di cognome fa Christensen) che, ad un quarto d'ora dal termine, regala ad Iniesta il cioccolatino da scartare ed offrire a Messi che, dopo otto partite, sfata il tabù Chelsea regalando ai suoi un pareggio preziosissimo in vista della gara di ritorno.

E' un pareggio che sa di vittoria per la compagine catalana, apparsa un po' stanca e prevedibile nelle ultime partite. Valverde dovrà essere bravo a gestire le fatiche dei suoi giocatori visto che la stagione è entrata nella galleria finale.