Tornata la Champions League, è tornato anche il toto-scommesse sul cammino del Paris Saint-Germain, collettivo fortissimo sulla carta ma spesso frenato da quel gap mentale che ha portato in dote, ai parigini, più dolori che gioie nella maggiore competizione calcistica continentale. Poco aiutati dalla Dea Bendata, anche in questa edizione della Coppa dalla Grandi Orecchie i ragazzi di Emery hanno dovuto affrontare negli ottavi di finale una delle candidate alla vittoria, quel Real Madrid pericolosamente claudicante in Liga ma cinico e spietato fuori dai confini spagnoli. Una sfida difficile ed analoga allo scorso San Valentino, quando il PSG si incrociò sportivamente con l'altra faccia della Spagna calcistica, il Barcellona di Luis Enrique. Altri tempi, quelli, con Neymar ancora blaugrana ed i parigini vittoriosi in casa prima dello storico e traumatizzante 6-1 catalano.
Esattamente un anno fa, infatti, i parigini vivevano forse il loro miglior 14 febbraio di sempre, andando ad annichilire per 4-0 il Barcellona ed illudendosi di poter passare il turno scacciando così gli incubi degli "eterni secondi". Niente di più falso, come si è poi dimostrato al ritorno. Ieri, forse più consapevoli rispetto al passato, i transalpini non hanno sottovalutato una trasferta spagnola, consci della forza del Real Madrid e tutto sommato promossi dopo i novanta minuti del Bernabeu. Certo, il 3-1 finale non sarà un risultato facilmente ribaltabile, ma il modo con cui tale passivo s'è concretizzato potrebbe essere un ottimo spunto da cui ripartire in vista del cocente ottavo di ritorno.
Scesi in campo con il solito 4-3-3, il Paris Saint-Germain ha subito interpretato bene la sfida, concedendosi poche sbavature e limitando l'azione dilagante di un Marcelo in stato di grazie. Le incursioni pungenti di Neymar jr, ancora troppo lezioso ma molto più pericoloso e pragmatico, hanno spesso messo in difficoltà la difesa madrilena, particolarmente in difficoltà proprio sull'out destro e a causa di un Nacho costantemente in difficoltà in fase di copertura. Dopo una serie di sortite offensive guidate dal brasiliano e da un Dani Alves perfetto nelle due fasi, è stato proprio l'attaccante ex Barcellona a tramutare in oro un pallone ricevuto dalla trequarti, toccando di tacco per un Rabiot libero poi di piazzare la sfera alle spalle di un impotente Navas.
Il vantaggio accumulato non ha distratto il Paris Saint-Germain, scuotendo però il Real Madrid che ha finalmente cominciato a giocare, non riuscendo però a perforare una retroguardia parigina attenta ed ordinata. Anzi, al 38' i ragazzi di Emery hanno sfiorato addirittura il bis con Cavani, che da corner non riesce a liberarsi dalle maglie stringenti della retroguardia guidata da Zinedine Zidane. Quando il primo tempo sembrava ormai giunto al termine, però, i blancos riescono a pungere da calcio di rigore e con il solito Cristiano Ronaldo, in ombra fino a quel momento ma sempre presente quando c'è da timbrare il cartellino.
E' la miccia che fa scattare il Real Madrid. Nella ripresa infatti CR7 e compagni scendono in campo con maggiore convinzione, alzando il proprio baricentro ed aggredendo le caviglie dei parigini. La fase centrale del secondo tempo risulta essere dunque decisiva e mette in luce tutti i limiti mentali di Emery e dei suoi ragazzi, bravi a tenere in mano la partita ma costantemente in calo fisicamente ed a livello di idee. Invece di inserire un giocatore molto tecnico come Angel Di Maria, poi, l'ex tecnico del Siviglia preferisce coprirsi con Meunier al posto di Cavani, scelta che alla lunga s'è dimostrata fatale.
Per contro, Zizou ha al contraro allargato la manovra del suo Real Madrid, andando ad inserire esterni veloci come Asensio e Bale per aprire la scatola difensiva transalpina. Non è un caso, infatti, che sono state proprio le fiammate dell'eroe di Cardiff a scuotere il Real, in rete nei minuti finali di frazione con un Cristiano Ronaldo bravo a ribadire in rete una respinta corta di Areola, approfittando anche di un rimpallo. Poco dopo la rimonta blanca si completa con Marcelo, che ringrazia proprio Asensio e marca la personale rete dopo una partita mostruosa. Un risultato forse troppo severo, per il Paris Saint-Germain, che subisce ancora una volta una dura lezione da parte di un club più titolato. Nulla è definito, sia chiaro, ma a Parigi i ragazzi di Emery dovranno dare prova di aver appreso dai migliori e di riuscire a superarli, diventando a pieno titolo una diretta concorrente alla vittoria finale di questa Champions League.