Ottima, ottima vittoria casalinga per l'Arsenal, che dopo lo 0-0 di Stamford Bridge riesce a superare il Chelsea per 2-1 nel ritorno di semifinale di Carabao Cup, conquistandosi così la finale, a Wembley, contro il Manchester City. Partita rapida, divertente, intensa, sbloccata subito da Hazard e ribaltata, con l'aiuto della fortuna, dall'autogol di Rudiger e dalla zampata di Xhaka.
Antonio Conte, per la trasferta dell’Emirates (in realtà pochi chilometri da Stamford Bridge e dal Training Ground di Cobham), torna al 3-4-3, in un’inedita versione “Sarriana” con i tre piccoli davanti: Pedro e Willian con Eden Hazard. Dietro, Kanté e Bakayoko fanno diga, con Moses ed Alonso sugli esterni, mentre Azpilicueta, Christensen e Rudiger proteggono Willy Caballero. Dall’altra parte, difesa a quattro per Wenger che sceglie Koscielny e Mustafi davanti ad Ospina, con Monreal e Bellerìn da esterni. Elneny si aggiunge alla solita mediana con Xhaka e Wilshere, mentre, in attesa del nuovo acquisto Mkhitaryan, sono Iwobi ed Ozil ad appoggiare Lacazette.
Match che parte a ritmi forsennati: lo 0-0 dell’andata è solo un ricordo, si corre tantissimo e gli spazi si aprono ovunque. In un clima del genere, il primo gol è questione di minuti: in particolare sette, quelli che bastano ad Eden Hazard, che vendica subito la rete annullata poco prima a Pedro raccogliendo centralmente, nello stretto, il suggerimento verticale dello stesso spagnolo: uno contro uno con il portiere, il folletto belga non sbaglia e fa subito 1-0. Wilshere prova a rispondere con una grandissima imbucata ma Caballero si oppone, anche se l’Arsenal ritrova dalla sua la dea bendata due minuti dopo. Ozil dalla bandierina, è Nacho Monreal a staccare sul secondo palo: dopo il suo colpo di testa la palla colpisce in rapida sequenza Alonso e Rudiger, ed il flipper mette totalmente fuori gioco il portiere. È, incredibilmente, il gol del pari.
Da qui in poi la partita frena, la mole di occasioni diminuisce, ma si continua a fare tanta garra, tanta intensità, nelle zone centrali di campo. Arriva anche il momento, alla mezz’ora, dell’esordio stagionale con la maglia del Chelsea di Ross Barkley, dentro per rimpiazzare l’infortunato Willian, estremamente dolorante dopo una botta subita. Entrambe le squadre vogliono tenere in mano il possesso, muovendosi rapidamente nello stretto, ma gli spazi sono pochi, e le linee vicine non permettono azioni spettacolari. Ci provano in tanti, soprattutto dalla distanza, ma non arrivano occasioni cruciali se non nel finale di primo tempo: Xhaka, su piazzato dalla fascia destra, va direttamente in porta, ed una deviazione della barriera per poco non beffa Caballero. Al contrario, il tocco di Christensen è cruciale, alla fine del recupero, per allargare il destro in corsa di Ozil, altrimenti diretto all’angolino, e mandare le squadre negli spogliatoi sul pari.
Il primo quarto d’ora della ripresa è a tinte bianco-rosse: l’Arsenal trova una manovra avvolgente che fa correre tanto gli avversari, tenendo alta la difesa e chiudendo bene in verticale sulle iniziative avversarie. La svolta, però, arriva proprio all’ora di gioco: Lacazette si defila sulla destra, punta Christiansen, finta, e prova a mettere dentro con la punta. La palla, di nuovo, è deviata da un difendente e rimane a metà tra Caballero ed i suoi: il più lesto ad arrivarci, con l’esterno mancino in allungo, è Granit Xhaka, che porta così avanti i suoi. Conte legge l’andamento della gara e prova a scuotere i suoi con Batshuayi, messo dentro al posto di Pedro per avere una punta vera e propria nel tridente.
I Gunners però sembrano averne di più, e continuano a gestire il possesso per schiacciare gli avversari verso la propria porta. A lungo andare il Chelsea prova a riprendere il pallino del gioco, riesce a salire col baricentro, ma finisce anche per scoprirsi: il lancio, profondo, di Xhaka dopo un’uscita del pallone rapidissima, imbecca Ozil che vede arrivare in mezzo Iwobi. Quasi un rigore in movimento, col destro, per il ragazzo di origine nigeriana, ma Caballero è bravissimo ad ipnotizzarlo opponendosi col piede. In ribaltamento veloce, è Batshuayi a provarci da sinistra, ma il suo tiro-cross attraversa tutta l’area. Nel finale il Chelsea prova l’assedio, ma manca di convinzione e qualità e sostanzialmente, complici gli ingressi in campo di Kolasinac e Ramsey a difendere il fortino, Ospina non viene mai chiamato in causa, se non all’ultimissimo secondo, quando Hazard mette dentro dalla sinistra un traversone morbido, sul quale il portiere anticipa tutti e mette il punto esclamativo alla gara.