Questa sera la Juventus ritroverà il Barcellona per la quarta volta in sette mesi passando per due edizioni della Champions League. Il bilancio, nei tre incontri precedenti, è in perfetta parità. Una vittoria per i bianconeri e una per i catalani, con un pareggio senza reti. Le emozioni, in questi precedenti, non sono affatto mancate e portano il nome di Leo Messi e Paulo Dybala: una doppietta per l'uno e una doppietta per l'altro, così da tenere in parità anche quest'altro dato. Questa la quarta parte di una sceneggiatura che può far solo bene agli occhi, al di là dei paragoni fatti per parlare senza concentrarsi su ciò che si sta ammirando.
Gli occhi saranno puntati ancora sui due argentini che, tra poco più di sette mesi, giocheranno insieme in Russia per far sognare un intero popolo. Questa sera, però, saranno ancora avversari, ognuno dovrà essere capace di trascinare la propria squadra verso un traguardo importante, verso una qualificazione che entrambe le squadre potranno ottenere già oggi. "Ho sempre ammirato Ronaldinho, anche quando ero più piccolo, ma Leo è come Maradona per quelli della nostra generazione. Per me è un onore giocare insieme a lui in Nazionale. Ci ha trascinati al Mondiale con la tripletta all’Ecuador ed è un leader nato". Queste le parole di adorazione del numero 10 della Juventus nei confronti del dieci del Barca, a lui si aggrappa sempre un popolo quando è in difficoltà e magari, in un futuro non troppo lontano, si aggrapperà alla Joya.
Un inizio di stagione importante per entrambi: Messi ha messo a segno 12 reti in 12 partite di campionato, in totale sono 19 in 22 partite contando anche la Champions League e la tripletta con l'Argentina. Valverde non può fare a meno di lui (chi può fare a meno di Messi?) tanto che in questa stagione non ha saltato nemmeno un minuto, (salvo l'impegno di Coppa del Re ) e, per preparare al meglio questa partita, l'argentino ha disputato solo una amichevole, delle due in programma con la Nazionale, per far ritorno a Barcellona. In questa stagione è tornato ad occupare la posizione di un tempo, ossia quella di falso nove, anche se nelle ultime uscite Valverde lo ha schierato trequartista in una sorta di 4-3-1-2 con Alcacer e Suarez in attacco.
Dall'altra parte c'è Dybala che, come il suo connazionale, è partito a razzo con 10 reti nelle prime 6 partite di campionato, poi un leggero calo con due gol nelle successive sette e i due penalty falliti contro Atalanta e Lazio. Un calo fisiologico che può starci, come sottolineato dallo stesso Allegri in conferenza, vista la giovane età e le tante pressioni a cui è sottoposto, anche se in Champions League il gol manca da sette mesi, proprio da quel 3-0 contro il Barcellona. Domenica scorsa il numero 10 è tornato al gol con la Sampdoria (14 in 18 partite stagionali), rete inutile ai fini statistici (visto il risultato finale) ma utile per il morale dopo i mugugni un po' troppo accentuati nei momenti in cui Allegri ha preferito richiamarlo in panchina.
Questa sera la quarta parte della sfida tra presente e futuro dell'Argentina e non solo, un'occasione per ammirare quei due mancini, quei due così diversi e così uguali, oltrepassando i paragoni che troppe volte impediscono di vedere la realtà. Una stretta di mano, un abbraccio e poi via nel rettangolo verde per dare ancora spettacolo. Leo e Paulo, fateci divertire ancora.