Odi et amo. Il calcio si può riassumere forse con un carme di Catullo. Nella sua opera il poeta romano dichiara di amare e odiare allo stesso tempo la sua amata, due termini in forte contrapposizione, nemmeno Catullo stesso riesce a spiegare questo coesistere di sentimenti. Odio e amore - ai giorni nostri - è una coppia che può perfettamente rispecchiarsi con qualsiasi tipo di passione.
Chi è appassionato di calcio avrà sicuramente associato tutto ciò a quello che è successo ieri sera. La sconfitta prima e il pareggio poi contro la Svezia hanno lasciato di stucco tutti i tifosi italiani provenienti da ogni parte del mondo. Un episodio particolare è stato quello di Daniele de Rossi che, dopo aver ricevuto l'ordine di scaldarsi, si è arrabbiato con lo staff. "Ma cosa centro io, dobbiamo vincere, non pareggiare" è ciò che ha detto il capitano, indicando Lorenzo Insigne, quasi un'investitura. Lo sfogo del centrocampista è stato colmo di odio e amore. Una rabbia giustificata dall'inopinata mossa della panchina.
Non se la immaginava sicuramente così la sua ultima serata in maglia azzurra un calciatore che per la sua Nazionale ha dato tutto. Campione del mondo, vice campione d'Europa e tanto altro, De Rossi è stato un pilastro della Nazionale maggiore. "Una maglia - ha raccontato per La Repubblica - che per me è stata una seconda pelle, come quella della Roma", con la faccia triste e gli occhi spenti ha annunciato il suo addio, saluto amaro che ha reso la giornata di tutti i tifosi ancora più nera.
De Rossi saluta, ma saluta lasciando un grandissimo patrimonio per i giovani giocatori che andranno a vestire la maglia azzurra. Nel video qui sotto uno dei tanti omaggi alla splendida carriera di un centrocampista completo.