Tutti pensavano di potercela fare e invece no, la catastrofe è diventata realtà: l'Italia non andrà ai Mondiali sessant'anni dopo l'ultima esclusione. Lo 0-0 in quel di Milano contro la Svezia ha decretato la resa finale di una Nazionale troppo fragile, troppo confusa, guidata senza le giuste direttive e le giuste idee. Non è servita la spinta di San Siro, con il pubblico che si è spento con il passare dei minuti, complice la paura e l'ansia di non staccare il biglietto per la Russia. E' andata proprio cosi, invece, con il pass che l'hanno staccato gli svedesi i quali torneranno a giocare un Mondiale otto anni dopo l'ultima volta.
Il nostro spareggio è cominciato male ed è finito peggio, dall'atteggiamento troppo passivo e rinunciatario di Stoccolma alle lacrime di Buffon che, insieme a senatori come Barzagli e De Rossi, sono stati gli unici a metterci la faccia dopo il disastro collettivo. La partita di ieri sera ha messo a nudo, ancora una volta, la totale confusione di Ventura, che è si è affidato a una formazione quasi sperimentale nella sfida più importante della sua gestione: sempre il 3-5-2 con Jorginho in cabina di regia, Florenzi in una strana posizione di mezz'ala, mentre davanti Gabbiadini a supporto di Immobile con Insigne ed El Shaarawy in panchina.
Non si possono selezionare i giocatori se non si ha un modulo ben preciso in testa e ieri si è visto ancora una volta: poche azioni manovrate e solo palloni buttati in area con Immobile e compagni a sgomitare tra i giganti svedesi, impossibile far gol cosi. Bisognava avere un po' di coraggio e rischiare il 4-3-3 che, alla fine, è lo schieramento più adatto per questa Nazionale vista la presenza di due giocatori rapidi e validi tecnicamente, in attacco, come Insigne e El Shaarawy. E invece no, con il numero 24 del Napoli (giocatore italiano più in forma) impiegato solo 14 minuti tra andata e ritorno, mentre l'ex Milan è stato gettato ieri nella mischia, a venti minuti dalla fine, con il compito di coprire tutta la fascia. La confusione si vede anche da queste piccolezze, dall'incapacità di giocare verticalmente salvo qualche giocata di Jorginho.
Sul centrocampista del Napoli bisognerà aprire un'altra parentesi e chiedersi perché non sia stato convocato prima, perché il CT non abbia avuto il coraggio di cambiare e di tradire il suo credo dopo la sconfitta in casa della Spagna. Lì si è rotto qualcosa che nessuno è riuscito ad aggiustare, lì è subentrata la confusione e la paura di non farcela. L'Italia ha giocato con l'ansia da quella sfida in poi e i risultati lo dimostrano: il pareggio con la Macedonia, la vittoria striminzita contro l'Albania e l'eliminazione agli spareggi. Un'involuzione tremenda, frutto di tante scelte sbagliate e poco coraggio da parte di Ventura che ha le ore contate nonostante le sue parole in conferenza stampa.
C'è bisogno di rasare a zero il calcio Italiano e molti dei suoi vertici, negli ultimi otto anni abbiamo brillato solo negli Europei con una finale persa contro la Spagna degli alieni e la cocente eliminazione ai quarti di finale con la Germania nel 2016. Ai Mondiali solo delusioni con le due eliminazioni alla fase a gironi in Sudafrica e in Brasile. Questa volta la Coppa del Mondo non la giocheremo nemmeno, sessant'anni dopo la disfatta di Belfast che ci impedì di partecipare al mondiale svedese. Torna sempre la Svezia nel nostro destino, loro hanno preparato la partita nell'unico modo possibile, essendo consci della differenza tecnica, e hanno ottenuto il massimo risultato tornando al Mondiale dopo otto anni. All'Italia restano le lacrime, le briciole, i nervi e i tanti rimpianti.
Qualcosa, come detto, si è rotto a giugno e non si è più rimarginato. L'ostinazione per il 3-5-2 senza i giocatori giusti per attuarlo, la mancanza di lucidità e di imprevedibilità da parte degli esterni con Candreva che ha sbagliato tutti i cross che si potevano sbagliare, Darmian costretto a giocare in una fascia che non gli è mai appartenuta e la convinzione impossibile che Immobile e Belotti potessero giocare in coppia. Tutto sbagliato, è mancata la lucidità nel momento in cui si doveva cambiare, è mancata la personalità di un CT che, per forza di cose, sarà ricordato molto negativamente nella storia della Nazionale. Alla fine mancheremo noi al Mondiale, mancheranno i senatori come Buffon, De Rossi e Barzagli. Quest'oggi l'Italia ha messo le lancette del tempo indietro di sessant'anni.