È successo. Il peggiore incubo di un appassionato di calcio si è materializzato questa sera, sul prato di San Siro. L'Italia, per la prima volta dal 1958, non si è qualificata al campionato del mondo.

La spedizione azzurra per Russia 2018 dunque non partirà, ed all'interno del movimento calcistico nazionale c'è bisogno di ripensare l'intero sistema. Il primo passo, prevedibile e preventivato da tutti, sembrava essere arrivato pochi minuti dopo il triplice fischio: Gian Piero Ventura avrebbe consegnato le sue dimissioni, come riportato da Sky Sport nella persone di Fabrizio Romano ed Alessandro Alciato, ma poco dopo avrebbe ritrattato dichiarando di dover parlare ancora con Carlo Tavecchio, presidente della Figc.

"Non mi sono dimesso, non ho nemmeno parlato con Tavecchio. Ho voluto salutare tutti i giocatori, uno per uno", con queste parole Gian Piero Ventura ha smentito tutte le voci che lo volevano dimesso. "Ci sono da valutare molte cose - continua il ct -, mi confronterò con la Federazione e capiremo insieme cosa fare. Qualsiasi cosa verrà partorita verrà accettata. Di sicuro chiedo scusa agli italiani, non per l'impegno ma per il risultato. Non dite che non è nato il feeling tattico con la squadra, la partita di stasera dimostra il contrario. Ci sarebbero tante cose da dire, ma so che stasera conta il risultato". 

Sul match di stasera, Ventura, vuole dire la sua, rivendicando ancora la bontà delle sue idee: "Questa eliminazione è un risultato sportivamente pesantissimo, io ero convinto che la Nazionale potesse farcela ma so accettare perché il calcio è fatto così".

Sulla panchina della nazionale da giugno 2016, Ventura ha totalizzato nove vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte nelle sue sedici apparizioni da CT. Dopo il secondo posto nel girone di qualificazione, che ha visto la Spagna prima e l'Italia ai playoffs, è dunque arrivata la doccia gelata: 1-0 nel doppio confronto contro la Svezia e niente mondiale. 

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Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.