E' forse la vigilia più tesa e ansiogena della storia recente azzurra, una tensione diversa da quella che precedeva le grandi sfide con la Germania, con la Spagna o con la Francia dell'ultimo decennio: una tensione che diventa paura. Mai come questa volta - da quel famoso 1958 - l'Italia è stata così vicina a non qualificarsi al mondiale, rischiando quella che potrebbe essere una figuraccia storica. Già nel 1997 gli azzurri si erano trovati a dover affrontare uno spareggio per staccare il biglietto verso il mondiale francese dell'anno successivo, ma il clima di fiducia che aleggiava su quella nazionale - peraltro poi rimpinguato dall'ottimo 1-1 in Russia - era ben diverso dal cupo pessimismo che gravita attorno alla selezione di Giampiero Ventura.

La situazione. La sconfitta contro la Svezia nel catino della Friends Arena di Solna costringe gli azzurri a non fare nessun calcolo. La gara di ritorno va vinta, senza se e senza ma. A San Siro non ci sarà più nessuna scusante per gli azzurri, né il clima, né gli arbitri, né le assenze: ci sarà solo un risultato da raggiungere ad ogni costo. L'1-0 dell'andata obbliga la squadra di Ventura non solo a vincere, ma anche a non prendere gol, perché una segnatura in trasferta degli svedesi chiuderebbe definitivamente il discorso qualificazione, visto che servirebbero poi almeno tre reti per ribaltare il match, e per farlo servirà a sua volta un'Italia radicalmente diversa rispetto a quella inconcludente e senza idee vista all'andata.

Buffon da indicazioni durante Svezia-Italia | twitter
Buffon da indicazioni durante Svezia-Italia | twitter

L'avversario. Dall'altro lato c'è invece una Svezia solida e galvanizzata da un risultato quasi inaspettato. Gli uomini di Andersson avevano impostato il match forse senza nemmeno aspettarsi un avversario così poco combattivo a centrocampo, trovando spazi dalla cintola in su che nemmeno immaginavano di poter aprire. Il primo tempo di Stoccolma ha visto gli svedesi reggere il gioco per larghi tratti, pur soffrendo in difesa durante le poche iniziative azzurre. Sarà proprio dalle lacune difensive degli scandinavi che dovrà partire la rimonta italiana, facendo però grande attenzione alla portata offensiva degli svedesi, che pur non concludendo quasi mai a rete hanno più volte messo sotto pressione la retroguardia azzurra. Come visto già all'andata, basta un episodio per prendere gol e compromettere l'intera sfida.

La formazione - Il possibile 4-2-4. 
L'assenza di Verratti convince Ventura a modificare l'assetto: si passa al centrocampo a 4, o al limite al 4-2-4 con due centrocampisti centrali. Quasi certamente confermato Parolo, potrebbe invece fare le spese dell'opaca prova dell'andata Daniele de Rossi, sulla cui sostituzione battagliano Gagliardini e Jorginho. Sulla difesa invece il dubbio riguarda Barzagli: il difensore bianconero potrebbe far fatica a reggere due partite così ravvicinate, e le sue condizioni determineranno la scelta del modulo difensivo. Se non dovesse recuperare si potrebbe passare alla difesa a 4 con Chiellini e Bonucci centrali, Zappacosta a destra e uno tra Darmian e il rientrante Spinazzola a sinistra. Davanti ancora in dubbio il rientro di Simone Zaza, ma al fianco di Immobile dovrebbe toccare questa volta a Eder. Sulle fasce confermato Candreva a destra, con Lorenzo Insigne titolare a sinistra.

La formazione - Il possibile 3-4-3
Se Barzagli dovesse riuscire ad essere in condizione per il match Ventura dovrebbe confermare la difesa a 3 vista alla Friends Arena, mentre il centrocampo diventerebbe comunque a 4. Dubbi quindi soprattutto sugli esterni: Insigne potrebbe giocare come esterno d'attacco lasciando quindi posto al ballottaggio Spinazzola/Darmian. A destra quindi possibilità per Zappacosta dall'inizio, con Candreva spostato davanti come esterno destro offensivo che potrebbe poi tornare a centrocampo in caso di ingresso di Florenzi, che ancora non ha i 90 minuti nelle gambe ma che in un finale di partita (e in possibili supplementari) può dire la sua.

La formazione - Il possibile 3-5-2
L'ipotesi di conferma del modulo utilizzato all'andata, che è quello più "classico" della nazionale azzurra, non va ovviamente scartata. Dovrebbero cambiare però gli interpreti, avvicinandosi ad una visione del modulo più "contiana", con le due mezzali - in questo caso Florenzi (dal primo minuto) e Parolo - che si alzano in pressing e gli esterni a martellare. Attenzione anche alle possibilità di Manolo Gabbiadini in attacco, a cui uno schieramento così potrebbe giovare molto. Questo ovviamente avverrebbe se Barzagli dovesse riuscire a recuperare definitivamente.

 

 

 

 

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About the author
Francesco Palma
22 anni, laureato in Linguaggi dei media presso l'Università Cattolica di Milano. Aspirante giornalista, appassionato e di musica, calcio, ciclismo, futsal e di sport in generale. Esperto di musica italiana, autore musicale e paroliere.