Il compito del CT di una Nazionale, oltre a quello più importante di selezionare ed allenare un gruppo di calciatori provenienti da realtà calcistiche diverse, è anche quello di commentare questioni inerenti i propri ragazzi, cercando di tracciare una linea netta che differenzi il calcio pulito e leale da quello deprecabile e scorretto. Tale compito è toccato anche a Didier Deschamps, che dal raduno della Francia a Clairfontaine ha detto la sua sul gesto di Evra, che nello scorso turno di Europa League ha colpito un tifoso con un gesto di karate.
"Non ho tutti gli elementi per poter valutare la situazione, non ero lì. Patrice sa benissimo che non doveva fare questo gesto, dopo non spetta a me rimproverarlo o difenderlo. Semplicemente è un gesto che non va fatto". Parole inequivocabili, che si sprecherebbero per un campione come Patrice Evra, ora in forza al Marsiglia e potenzialmente a rischio squalifica, ma necessarie, in nome di quel politically correct che sta sempre più diventando quasi una seconda pelle per le Nazionali di calcio.
In seguito l'ex tecnico di Monaco e Juventus ha detto la sua sul talentino del Lione Fekir, sempre più idolo della tifoseria ed erede di quel Lacazette volato in Inghilterra, sponda Arsenal, ma accusato di un'esultanza provocatoria contro il Saint Etienne: "Fekir? Lo conosco, è molto istintivo e non pensa alle conseguenze come ha dimostrato ieri durante l’esultanza. Ovviamente, nel contesto, non era il gesto appropriato. È un essere umano, non è un robot, come tutti i giocatori. Non dovrebbe farlo, ma è accaduto. Preferisco elogiarlo per le sue performance e per il livello di gioco espresso nelle ultime settimane" ha concluso.
[fonte: gazzetta.it]