Non c'è storia a Parigi, dove all'ombra della Tour Eiffel il Paris Saint Germain di Unai Emery centra il quarto successo in altrettante partite (5-0 all'Anderlecht) conquistando così la qualificazione matematica agli ottavi di finale di Champions League. Percorso netto legittimato da diciassette gol fatti - cinque dei quali ai belgi questa sera - e nessun gol subito: numeri pazzeschi. Non c'è partita contro i belgi, che crollano alla mezz'ora dopo una ventina di minuti di assedio costante dei parigini: a sbloccare è Verratti, poi Neymar raddoppia poco prima dell'intervallo. Nella ripresa è Kurzawa show, autore di una tripletta a dir poco clamorosa.
Emery opta per una formazione a trazione anteriore con Neymar e Mbappé ai lati di Cavani, Verratti e Draxler ai fianchi di Rabiot. Dani Alves e Kurzawa i terzini. Schieramento speculare per gli ospiti, con Gerkens ed Hanni accanto ad Onyekuru di punta. Kums mezzala con Trebel, Dendoncker davanti alla difesa.
Nemmeno il tempo di posizionarsi in campo che Neymar va già vicino al gol del vantaggio dopo quaranta secondi: buona l'opposizione di Boeckx, così come la trama dei parigini per liberare al tiro il brasiliano. Insiste la squadra di Emery, subito a caccia del vantaggio, ma sia Cavani che lo stesso ex Barcellona sono imprecisi in fase di finalizzazione: il verdeoro centra l'uruguagio da posizione invitante su assist di Mbappè, mentre i riflessi del portiere ospite si esaltano sul sinistro di Draxler prima e quello dell'ex Monaco al quarto d'ora. Si vede anche Cavani, sugli sviluppi di un corner, ma la sua girata di testa è fuori misura.
La pressione del PSG si affievolisce con il passare dei minuti, facilitando il compito dell'Anderlecht che alza il baricentro ed allevia la pressione casalinga. Dopo qualche minuto di fisiologica pausa, tuttavia, basta un'accelerata a Neymar e Mbappé per creare scompiglio nella difesa ospite e creare i presupposti per il vantaggio: Verratti segue perfettamente il francese, che gli scarica la sfera al momento giusto; finta a rientrare e destro a giro perfetto: 1-0. La squadra di Emery non si accontenta e con Kurzawa prima e Cavani successivamente sfiora il raddoppio. Dalla parte opposta ci prova Trebel dalla distanza, ma Areola controlla. Nel finale Neymar spreca, Dani Alves sfiora il sette. Non è finita, perché al terzo di recupero O'Ney trafigge dal limite Boeckx con un destro secco e preciso e manda i parigini all'intervallo avanti di due gol.
L'approccio alla ripresa dell'Anderlecht sembra decisamente differente, più garibaldino, ma è sempre il PSG dopo il pericolo scampato a rendersi pericoloso con Neymar dalla parte opposta: il brasiliano calcia perfettamente un calcio di punizione dalla trequarti, propiziando la deviazione centrale di Boeckx che favorisce Kurzawa, il cui sinistro volante è vincente. I belgi accusano il colpo ed i parigini legittimano il vantaggio con un prolungato ed efficiente possesso palla, volto maggiormente ad addormentare la sfida piuttosto che ad affondare ancor più il colpo. Al quarto d'ora Cavani viene anticipato al momento di battere a rete in angolo, ma è Obradovic a sfiorare il gol del martedì con un destro a giro di pregevole fattura, ma la mira è leggermente alta.
Negli ultimi venticinque minuti la sfida perde di ritmo ed intensità, con l'Anderlecht che prova stancamente a farsi vedere dalle parti di Areola ma senza particolare convinzione. E' invece il PSG che appena alza le marce prende d'infilata la difesa ospite: Neymar pennella per Dani Alves, il cui no-look di volo per Kurzawa è perfetto; il terzino arriva puntuale sul secondo palo, con la difesa tutta su Cavani, e la doppietta è gioco da ragazzi, così come il poker calato. La serata dell'ex Monaco non è ancora terminata, perché a dieci dal termine confeziona anche il tris: combinazione Dani Alves-Cavani-Di Maria nello stretto, l'argentino scarica per l'accorrente terzino che con un perfetto diagonale fa 5-0. Il finale è pura accademia: Cavani non trova il gol, Dani Alves l'eurogol dalla distanza, Pastore soltanto la deviazione del portiere avversario, il tutto prima del definitivo triplice fischio finale.