Che dire, del Manchester City, squadra che proprio ieri sera ha conquistato una vittoria importantissima, contro il Napoli, in vista degli ottavi di finale di Champions League, obiettivo praticamente scontato per i lanciatissimi citizens e per Pep Guardiola, obbligato ad alzare almeno un trofeo dopo la scorsa, deludente, annata. Scesi in campo con il più classico dei 4-3-3, gli inglesi hanno ancora una volta impressionato in fase di manovra offensiva, confermandosi solidi dietro e cancellando le brutte prove che, nella scorsa annata, hanno reso mestamente protagonisti Otamendi e Stones.
Se si considera solo il cosiddetto attacco, infatti, gli inglesi di Guardiola si sono confermati praticamente perfetti, facendo impazzire la retroguardia napoletana grazie ai tagli degli imprendibili Sane' e Sterling, senza dimenticare l'imprevedibilità di Gabriel Jesus in avanti, astro non più nascente del panorama calcistico continentale. Fernandinho in mediana, roccia difficilmente superabile, ha consentito la libertà di manovra a De Bruyne e Silva, che hanno praticamente "ringraziato" Diawara per le mancanze in fase di impostazione che, di fatto, hanno impedito alle due mezz'ali di limitarsi in avanti e di evitare le pericolose verticalizzazioni di cui è capace il mediano italo-brasiliano, grande assente della sfida.
Fin qui, dunque, solo lodi per il City, che nei primi trenta minuti della sfida dell'Etihad Stadium non ha praticamente concesso scampo agli ospiti di Sarri, spesso disorientati e confusi. Con il passare dei minuti, complice anche il desiderio di rivalsa partenopea, la squadra di Pep ha abbassato la concentrazione, rischiando di subire il 2-1 da Mertens che, da rigore, non ha saputo accorciare le distanze. Un fallo inutile, commesso da Walker, che avrebbe complicato inutilmente una sfida già indirizzata verso la facile vittoria. Nella ripresa, il discorso non cambia, con il Napoli che ha spesso sfiorato il pari e capace di segnare grazie a Diawara, bravo a sfruttare un rigore praticamente regalato da Fernandinho.
Se in avanti il City non riscontra problemi, dunque, c'è da rivedere qualcosa in difesa, con qualche interprete affatto positivo. Su tutti, particolarmente in difficoltà è apparso ieri Delph, intelligente tatticamente ma davvero poco adatto al ruolo di terzino sinistro. L'utilizzo del centrocampista è stata una precisa scelta di Guardiola, che ha "spurgato" la rosa dei vecchi terzini e ha scelto profili tatticamente più validi, palleggiatori capaci di far ripartire senza paura la manovra dalla difesa. Scelta coraggiosa ma rischiosa, che ha mostrato i suoi limiti sia contro il Napoli che contro lo Stoke, battuto per 7-2 ma pericoloso proprio dalla sinistra, zona controllata da Delph.
A questo, si aggiunge un bisogno fisiologico di tirare il fiato, per gli inglesi, che dopo mezz'ora a ritmi altissimi hanno spesso bisogno di calmarsi, frenando e sfruttando il palleggio frenetico dei talentuosi titolari, capaci di segnare giocando praticamente da fermo. Una tendenza da curare, per diventare davvero perfetti, che potrebbe però essere pagata cara ed amara con un po' di fortuna in meno. Certo, le varie chance clamorosamente mancate contro il Napoli, se concretizzate, avrebbero spazzato tutte le speculazioni a posteriori, ma sicuramente un perfezionista come Guardiola non tarderà a trovare delle soluzioni.