Al Red Star Stadium, la Serbia si regala il mondiale all'ultimo respiro. La compagine di casa non brilla nel primo tempo, spinge a ritmi forsennati nel secondo trovando la gloria con il subentrato Prijovic. Belgrado in festa.
Come da pronostico, è la Serbia a tentare di creare gioco a favore di una Georgia blindata ed ordinata, la quale si affaccia in avanti coinvolgendo tutti gli effettivi. Prolifica da subito la catena di destra della compagine casalinga, brava a creare superiorità numerica con Kolarov e Tadic, a favore di un Ljajic che affianca Mitrovic a centro area. Il primo tiro in porta è proprio del romanista - destro da distanza siderale bloccato da Stojkovic - mentre passano inermi i primi 10 minuti di gioco. L'uno-due firmato Ljalic - Tadic - quest'ultimo anticipato da Kanvaka - ed il fendente dai 25 di Kankava smuovono una gara settata sulla funzione studio. Rotto il ghiaccio, il match diventa fisico e serrato, con la Georgia che prende fiducia, e nel giro di un minuto bussa alla porta di Stojkovic con l'angolato tracciante radente di Gviliia e l'incocciata di Aburjania che sfila sul fondo.
La squadra capitanata da Weiss appare leggera e sicura di sé, consapevole di poter essere letale contenendo a dovere e ripartendo con le frecce esterne. La Serbia risponde con le folate di talento firmate Matic e Tadic, bravi ad imbucare ripetutamente per Ljajic e Mitrovic senza fortuna; ottimo anche un instancabile Kolarov. Le occasioni continuano a latitare, causa una gara giocata perlopiù a centrocampo. Passata la mezz'ora, la punizione insidiosa di Ljajic al 31° ed il sinistra filo erba di Qazaishvili due minuti dopo non cambiano il noioso spartito. L'occasione più pericolosa sfocia sui piedi di Tadic, il quale - al 39° - controlla una verticalizzazione dalle retrovie e calcia in porta da posizione ravvicinata; Makaridze - ben appostato - respinge. La Serbia cresce con il passare dei minuti e chiude in attacco il primo tempo.
Sulla falsariga dei primi 45 minuti, i rossi tornano a far male ad inizio ripresa. Tadic è il faro del gioco, l'uomo in più che stila geometrie. E' lui a lanciare Ivanovic sulla corsia destra - cross rigettato dalla retroguardia - e ad imbucare per Mitrovic, fermato solo da un gran ripiegamento difensivo degli uomini di Weiss. Al 54°, occasione per i padroni di casa. Ljajic lavora palla sulla destra, serie di finte prima di appoggiarsi sul solito Tadic; cross tagliato del 10 che pesca Mitrovic sul palo lontano; colpo di testa a botta sicura sventato da Makaridze. La Georgia subisce la ritrova freschezza della Serbia, ed arretra sempre più il proprio baricentro. Mitrovic sfiora lo specchio della porta con un'efficace torsione, Ljajic entra sempre più nel gioco con le sue pericolose tracce interne. E' proprio quest'ultimo a lasciare per primo in campo a favore di Prijovic, ma l'identikit della gara non muta: Ivanovic gira pericolosamente da angolo e mette i brividi a Makaridze, Kanvaka salva sulla riga un destro velenoso di Matic.
L'assedio serbo finalmente da i suoi frutti. Al 74° Ivanovic verticalizza per Mitrovic, che scappa alle spalle della retroguardia; il 9 premia la corsa di Prijovic sulla mancina e lo serve, esterno in corsa che trova l'angolino basso. Tripudio Serbia, pubblico in delirio. Inizia la girandola di cambi; Muslin getta nella mischia Milivojevic, Weiss gioca le carte Merebashvili e Dvalishvili. La partita non ha più nulla da dire, Serbia in Russia.