Se il signor Eskov, arbitro Russo, avesse fischiato dopo trenta minuti l'Albania gli avrebbe intitolato sicuramente una via di Tirana. La partita, sostanzialmente, è durata soltanto ventisette minuti, il tempo di ammirare la Spagna e le sue tre reti con cui ha stritolato la povera (ma positiva) Albania di Panucci. Una differenza netta, che non abbiamo scoperto ieri, e che ci ha dato ancor di più l'idea che in Russia la Spagna vada con i favori del pronostico insieme a Germania e forse Francia. almeno per quanto riguarda la zona Europea.
Sono bastati, come detto in precedenza, ventisette minuti alla squadra di Lopetegui, che alla vigilia ha avuto solo il compito di sedare lo spogliatoio, dopo le vicende post referendum, e trovare le alternative alle varie assenze di Busquets, Iniesta, Morata e Carvajal. Problema risolto in men che non si dica, per la precisione in sedici minuti, con Rodrigo che timbra anche in Nazionale dopo l'ottimo inizio di campionato con la maglia del Valencia. In realtà l'attaccante potrebbe segnare altre tre volte, ma grazia Berisha. Il secondo gol è l'emblema del moderno calcio spagnolo: fraseggi nello stretto ad alta velocità con una cerchia ristretta giocatori che pratica un altro sport come Isco e Silva, nel mezzo Koke che spiana la strada al numero 22 che insacca.
Momento di forma pazzesco per Isco che in questo inizio di stagione, tra Real Madrid e Nazionale Spagnola, ha messo a segno già sette reti in quattordici presenze totali, un gol ogni due partite. La giornata, o meglio, la serata, si chiude pochi istanti dopo quando Odriozola ara la fascia destra e offre un cioccolatino a Thiago Alcantara che in terzo tempo insacca. Una menzione speciale va fatta al terzino classe '95 che ha giocato con personalità dispensando giocate sempre utili sulla fascia destra e attaccando ogni qualvolta ci fosse un po' di spazio. Il fiore all'occhiello delle Furie Rosse, manco a dirlo, è il centrocampo con Saul a dirigere le operazioni (in assenza di Sergio Busquets) con Koke e Thiago mezze ali. Una sorta di 4-3-3 o 4-5-1 che diventa 4-3-2-1 in fase offensiva con Silva ed Isco che interagiscono a meraviglia dirigendo le operazioni: sono loro due i cervelli della Roja.
E' tutto oro quel che luccica dalle parti di Alicante con Lopetegui che, al momento, può anche permettersi di lasciare in panchina Asensio, Pedro, Azpilicueta e non solo. Una rosa dal valore enorme che ha staccato il pass per un Mondiale in cui essere protagonisti è d'obbligo, soprattutto dopo la figuraccia rimediata tre anni fa in Brasile, con l'eliminazione prematura ai gironi.