Un altro passo indietro sotto il cielo di Torino, un'altra batosta, diversa da quella del Bernabeu, ma che forse fa più male: là fu pioggia di gol, ieri pioggia di fischi. L'Italia non c'è più. La Nazionale di Ventura pareggia in casa contro la Macedonia mettendo in fila una serie di errori da categorie inferiori, non da qualificazioni Mondiali. Quei Mondiali che sembrano sempre più un miraggio, poiché chiunque, in questo momento, potrebbe fermare gli azzurri, un gruppo che non è squadra, senza mordente ed a tratti esanime.

Il castello italiano ha riscontrato i primi problemi nelle fondamenta. Se alla vigilia la speranza era che Bonucci, reduce da due mesi da incubo con la maglia del Milan, avrebbe ritrovato sé stesso con affianco Barzagli e Chiellini, ora la sensazione è che davvero qualche incantesimo tra i membri della Bbc si sia veramente rotto, un qualcosa di grosso ha danneggiato i loro animi. I meccanismi tanto oliati si inceppano una volta sì e l'altra anche, emblematico è il gol di Trajkovski che vale l'1-1: Chiellini si stacca per andare in anticipo di testa, perde il duello, non c'è copertura preventiva dell'ex compagno di Club e l'attaccante del Palermo buca Buffon senza alcun problema. Segnali negativi si erano già manifestati con un liscio da brivido di Bonucci.

Se la difesa piange, il centrocampo non ride: le assenze di De Rossi, Verratti e Marchisio si sono fatte sentire. Tanta legna, ma poca qualità negli uomini a disposizione di Ventura, oltre a una condizione ancora non ottimale di Gagliardini. Sono mancate le idee in avanti, soltanto Insigne è riuscito ad accendere la luce azzurra in attacco, provando a creare gioco con risultati tutto sommato esigui rispetto alle potenzialità del partenopeo e dei compagni d'attacco, Immobile su tutti. Ancora una volta la punta della Lazio non è riuscita ed esprimersi ad alto livello, come invece fa puntualmente tra campionato e coppe dall'inizio della stagione.

Fonte immagine: Twitter @Vivo_Azzurro
Fonte immagine: Twitter @Vivo_Azzurro

Mancanza di gioco, di lucidità, di idee. Una sorta di improvvisazione dettata sì dalle defezioni, ma allo stesso tempo non colmata nemmeno con la grinta: l'Italia è apparsa ancora una volta molle, spesso in balia degli eventi e di un avversario di caratura nettamente inferiore agli azzurri. Lacune che il pubblico dell'Olimpico Grande Torino ha notato e commentato con degli emblematici fischi a fine partita. Fischi pesanti come l'aria che si respira nell'ambiente azzurro, apparso disunito, nonostante le parole e i proclami della vigilia.

L'apocalisse - o tragedia, o catastrofe, a seconda delle intepretazioni dei vari uomini della Figc o dei giocatori - sembra una prospettiva sempre più vicina a concretizzarsi. Manca soltanto un punto per avere la certezza di partecipare ai play-off, anche se l'ipotesi di mancare la partecipazione sembra comunque remota. L'Italia li affronterà da testa di serie, ma al momento gli azzurri sembrano vulnerabili ad ogni tipo di avversario con un minimo di organizzazione e di idee. Quelle cose che Ventura non è riuscito nemmeno stavolta a fornire alla sua squadra. Sempre che di squadra si possa parlare.