Appena è sceso in campo, ieri, per il riscaldamento grida, urla e fischi nei confronti di Gerard Piquè. Il difensore del Barcellona si è presentato oggi in conferenza stampa per fare chiarezza su tutto quello che è successo negli ultimi tre giorni dove il calcio e la politica si sono mischiati nel corso del Referendum della Catalogna. Una situazione non facile per un Catalano sanguigno come il classe '87, che domenica è scoppiato in lacrime al termine della sfida tra il Barcellona e il Las Palmas, giocata a porte chiuse. Queste le prime parole di Piquè davanti ai microfoni: "Non ho niente contro la Spagna, un indipendentista può giocare in Nazionale. Non è bello che le persone che sostengono la tua squadra siano contro di te".
Testa al prossimo impegno contro l'Albania, sfida che può avvicinare ancora di più la Spagna al Mondiale: "Sono qui per cercare di cambiare questo sentimento. Con il rispetto e la coerenza credo che tutto possa andare per il meglio. Voglio dare una mano per quanto posso. Dobbiamo concentrarci per conquistare 3 punti contro l'Albania, il che ci porterebbe ad un passo dalla qualificazione". Il difensore poi prosegue riallacciandosi al discorso iniziale: "E' impossibile mettere in dubbio il mio impegno. Sono qui, in Nazionale, da quando avevo 15 anni e per me è una famiglia. Mi dispiace che venga messo in discussione il mio impegno. Io mi sento orgoglioso di fare parte della Spagna e di questo gruppo. Quello che vorrei è far capire che ci sono opinioni molto diverse ma comunque dobbiamo rispettarci a vicenda. E' una sfida per me provare a far capire questo, ma sono convinto che posso farcela. Posso capire che i miei compagni siano stanchi, per questo sono venuto qui a rispondere di persona”, chiude cosi Piquè.