Era il campionato 2011/2012 ed in Serie B il Pescara dava sfoggio con orgoglio di tre giocatori che in poco tempo hanno calcato campi importanti in tutta Europa. Parliamo di Verratti, Insigne ed Immobile. Un centrocampista, un'ala ed una prima punta dai numeri pazzeschi e che fecero strabuzzare gli occhi di mezzo continente.

Insigne tornò nel suo Napoli che finalmente lo lanciò nel grande calcio per poi essere consacrato dal meraviglioso gioco di Sarri. Immobile ebbe qualche problema in più: un anno poco felice a Genova ed il pronto riscatto al Torino per poi andare all'estero con poca fortuna. Richiamato in casa Lazio, riuscì a prendersi la titolarità anche nella Nazionale, togliendo più volte le castagne dal fuoco agli azzurri, come è successo ieri sera contro l'Israele. E poi Verratti. Promesso alla Juventus, gli sceicchi del PSG lo portarono via dall'Italia dandogli la titolarità inamovibile in quella squadra che di lì a poco avrebbe dominato gli scenari francesi. Ma in Nazionale qualcosa sembra non andare bene.

I due giocatori più talentuosi, al limite dall'essere veri fantasisti, non riescono ad ingranare ed ancora una volta hanno dato una prova sbiadita che, nonostante la vittoria, è apparsa insufficiente. Il peso della maglia? Difficile dirlo. Con la Spagna, Verratti è apparso letteralmente in balia degli eventi, che rispondono al nome di Isco Alcorcon, mentre Insigne è stato troppo fine a sè stesso e divorato dalla difesa roja. Paradossale se guardiamo alle ottime prestazioni dei due giocatori con i rispettivi club. Da un lato, Verratti è capace di spostare gli equilibri, così come Insigne a Napoli. Dall'altro, in Nazionale, non riescono ad esprimersi nel migliore dei modi.

Ad oggi la colpa sembra ricadere sul modulo d'attacco totale di Ventura, un 4-2-4 che prevede compiti maggiori rispetto al 4-3-3 che caratterizza ed accomuna Napoli e PSG. Insigne viene utilizzato da esterno, lui che esterno non è e che ha bisogno di un costante movimento dei compagni quando ha la palla tra i piedi. Verratti è chiamato a compiti di regia in un centrocampo a due che, in fase difensiva, prevede la copertura di ampi spazi senza un supporto sufficiente. Troppe le volte in cui il giovane centrocampista abruzzese è apparso spaesato e soprattutto fuori posizione. L'integralismo di Ventura tuttavia prevede questo. Un modulo che alla lunga appare forzato e che limita le qualità dei giocatori invece che esaltarle, relegandoli in un'ingiusta mediocrità.

Disegnare la Nazionale in funzione dei giocatori, sprattutto se talentuosi, risulta essere fondamentale quando hai tanta qualità, renderla inespressa è folle. Soprattutto alla luce del fatto che i due giocatori più talentuosi che l'Italia ha, danno il loro meglio nel 4-3-3. Appare dunque inevitabile che Ventura debba cambiare modulo perchè dopo esser stati letteralmente soggiogati dalla Spagna ed aver sofferto con l'Israele, qualcosa non torna. Ed il commissario tecnico deve intervenire il prima possibile.