Impotente, un po' come tutta l'Italia di Ventura al cospetto di una Spagna inarrivabile e meravigliosa. Marco Verratti è stato il simbolo tecnico del naufragio azzurro del Santiago Bernabeu. Il tunnel di suola subito da Isco è l'istantanea della sua gara, con il giocatore del Real Madrid che per tutta la partita ha cercato la zona occupata dal centrocampista del PSG per trovare gli spazi e i tempi alle spalle del centrocampo azzurro. Missione riuscita per quanto si è visto.
Da Verratti ci si aspetta di più, soprattutto dal punto di vista della leadership tecnica dentro questa Nazionale. Ruolo che al Paris Saint Germain non è minimamente in discussione. Più di un suo compagno di squadra, da quando è arrivato a Parigi, ha parlato pubblicamente dell'abilità dell'ex Pescara nella gestione del pallone e delle sue doti di palleggiatore naturale in mezzo al campo. Addirittura il Barcellona lo aveva individuato come rinforzo per il proprio centrocampo, erede perfetto di un certo Xavi, pronto a mettersi al fianco di Busquets e Iniesta per provare a dare nuova linfa vitale ad un palleggio blaugrana in certe occasioni troppo piatto. Esattamente quello che riesce a fare nel PSG, nonostante la presenza di tanti giocatori di assoluto talento, se non campioni. Pronti, però, a mettersi nelle mani, anzi nei piedi, di Verratti.
Sensazione che manca in Nazionale. Verratti spesso sembra uscire dalla partita, limitandosi a tenere la propria posizione, senza entrare nel vivo del gioco dell'Italia. L'impressione, poi, è che l'ex Pescara sia un giocatore che a livello emotivo abbia bisogno di sentirsi coinvolto il più possibile dai compagni di squadra per poter prendere possesso a livello tecnico della partita. Più palloni tocca e gioca, più si sente dentro la gara e meglio riesce ad orientarla con le sue doti che non possono per nulla essere messe in discussione per una gara più che storta contro la Spagna. A 25 anni, però, ci si aspetta un salto di qualità, anche perchè la Nazionale del futuro passa per forza di cose da lui. Una reazione di personalità, una prestazione importante contro Israele per far capire a tutti i propri compagni, più o meno esperti, che lui può essere la guida di questa Italia con il pallone fra i piedi. Proprio come nel Paris Saint Germain.