Quello in casa della Spagna, per l'Italia, poteva essere un test molto importante. Gian Piero Ventura aveva scelto di giocarsela al Bernabeu con un coraggiosissimo, almeno nelle attese, 4-2-4: la squadra poi in campo è apparsa in realtà, concretamente, molto inferiore a quelle che potevano essere le aspettative, sotto ogni aspetto. E così, complice la qualità decisamente superiore degli avversari, è nato un 3-0 che, virtualmente, manda gli Azzurri allo spareggio per l'accesso ai prossimi Mondiali di Russia 2018. Andiamo ad analizzare ora le prestazioni dei nostri singoli scesi in campo ieri sera.

Buffon, 5: In ritardo sul primo gol di Isco, incolpevole sugli altri due. Poi fa il suo su uno scalino di Carvajal, ma è già troppo tardi. Ci ha abituato meglio.

Darmian, 5: Nelle difficoltà non si può chiedere certo a lui di differenziarsi dal resto della squadra. Ed infatti non lo fa, andando troppo spesso in confusione.

Barzagli, 6: Per distacco il migliore della sua squadra. Affronta il match con caparbietà e serenità, il voto si abbassa solo per l'errore nell'occasione della marcatura siglata dall'ex compagno Morata.

Bonucci, 4,5: Prestazione molto deludente dal punto di vista tattico per uno dei giocatori da cui, normalmente, è normale che ci si aspetti di più. Mai una lettura corretta sui movimenti dei tre attaccanti avversari, solo qualche lancio lungo (ma non al suo solito livello).

Spinazzola, 4: Diciamo che, in parte, è anche ammissibile che la prima volta al Bernabeu non sia proprio facilissimo. Questo però non giustifica una serie infinita di errori tecnici. Anche il non aver visto il campo in queste settimane non lo ha aiutato.

De Rossi, 6: Non è il giocatore che è di solito, ma anche perchè è lasciato dal suo CT in mezzo alla tempesta di centrocampisti iberici. Lui prova quantomeno a rispondere con grinta, ma non può bastare - e infatti non basta.

Verratti, 4: Forse per il salto di qualità definitivo l'ex Pescara sta temporeggiando un po' troppo. Ieri, ammonito dopo pochi minuti, sfiora l'espulsione tantissime volte per proteste e non gioca mai alla sua qualità. Se questo è il suo massimo, la titolarità indiscussa è in dubbio anche per lui. Le qualità certamente, ma prima di tutto la testa.

Candreva, 5,5: Dei quattro attaccanti è sicuramente quello che è più in partita, che partecipa e si propone maggiormente. Ha dei limiti che tutti conosciamo, ma su quello non può fare nulla (dal 70' Bernardeschi, s.v.: Non incide più di tanto, anche perchè è costretto essenzialmente a fare solo pressing).

Belotti, 5: Si muove tantissimo, infatti esce stremato dopo 70'. La condizione precaria non lo aiuta, poi inizia a perdere serenità e a commettere errori talvolta stupidi. Anche per lui vale comunque il principio enunciato per Spinazzola (dal 70' Eder, s.v.: Essenzialmente non si poteva chiedere tanto ai subentrati, che di tutta risposta non hanno fatto niente).

Immobile, 4: Un comico, qualche anno fa ormai, consigliava al pubblico di "fare poco ma farlo bene. E quel poco, farlo fare agli altri". Lui applica alla perfezione questo principio (dal 78' Gabbiadini, s.v.: Per poco non segna sull'unico pallone toccato, ma De Gea ci mette le mani).

Insigne, 4: Il voto è anche pregiudicato dalle grandi attese che avevamo tutti nei confronti del numero 24 del Napoli, che però non fa valere quelle doti da grande giocatore che possiede. Brutta serata, zero attenuanti: dalla prossima dovrà tornare a stupire.

Ventura, 4: Forse il 4 è anche generoso. Il coraggio, calcisticamente parlando, non è uno schema, ma un atteggiamento. All'Europeo una Nazionale ben più scarsa a livello tecnico e con un modulo ben più difensivo (3-5-2) giocò una partita migliore anche sotto l'aspetto del coraggio: ieri, il tecnico non è stato caparbio ma arrogante. Che è diverso.