Al Bernabeu va in scena un classico del calcio europeo. Italia e Spagna, appaiate a quota 16, si giocano il primato nel Gruppo G. Leggero vantaggio per la selezione iberica, il pari esterno di Torino, 1-1 il finale, consente a Lopetegui e all'undici in rosso di entrare con ottimismo nella contesa di domani. Nessun calcolo però, il tecnico conosce le peculiarità del gruppo azzurro, non si fida della nazionale di Ventura. Diverse frecce all'arco italiano, differenti proposte sul tavolo. Oscilla, l'Italia, tra un modulo più offensivo ed uno più conservativo. 

Lopetegui sceglie di rivolgere lo sguardo al suo plotone, la Spagna non può mutare la sua essenza, palla a terra, calcio ragionato, scambi nello stretto. Una prevedibilità studiata e voluta, come ribadisce il CT. Rispetto, ma non certo timore dell'avversario di turno. 

"L'Italia ha sicuramente preparato cose diverse e toccherà a noi saper reagire, essere pronti ad ogni evenienza ed essere capaci di dare la nostra miglior versione. In generale mi sembra inutile sprecare energie per pensare a ciò che faranno loro, l'importante siamo noi, il nostro gioco. Che è sempre lo stesso e a me la nostra prevedibilità piace, perché puntiamo e crediamo alle nostre virtù".

Una piccola concessione, poi, sulle scelte di formazione. Tiene banco l'attacco. Morata è il 9 di riferimento, ma alle sue spalle scalpita Asensio, talentino di casa a Madrid, mentre parte dietro il veterano Villa. Lopetegui non esclude una Spagna senza riferimenti, pronta a cogliere le titubanze azzurre. 

"Anche se va contro i miei interessi giocare senza un nove può farci bene"