La Confederations Cup 2017 è della Germania, la prima nella storia teutonica. In finale, la squadra di Joachim Low mata un Cile mai domo, che lascia la Russia con tanti rimpianti per le occasioni sciupate, nonostante l'energia ed il cuore profusi fino al triplice fischio. Termina 1-0 alla Zenit Arena, decide un gol di Lars Stindl al 20', su gentile concessione di Diaz.

Fonte immagine: Twitter @DFB_Team_EN
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Le scelte – Entrambi i tecnici scelgono il migliore undici a propria disposizione sulla base di quanto mostrato nelle quattro gare precedenti. Low ritrova Mustafi al centro della difesa dopo i tanti errori nello scontro diretto dei gironi e la panchina in semifinale, Kimmich torna a tutta fascia sulla destra ed Henrichs scivola in panchina. Davanti scelto ancora Werner, in mezzo Rudy vien preferito a Can. Nessuna sorpresa nemmeno per Pizzi, che conferma in massa la formazione che ha battuto il Portogallo in semifinale, con Sanchez e Vargas punte mobili e Vidal alle loro spalle pronto ad inserirsi nello spazio.

Fonte immagine: Twitter @UEFAcom_de
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Il piano tattico del Cile sembra rivelarsi da subito il migliore: i primi venti minuti sono un dominio assoluto della Roja, che sfiora il gol a ripetizione, soprattutto con un Arturo Vidal carico ma anche un pizzico impreciso. L'ex Juventus trova sulla sua strada anche un ottimo Ter Stegen, chiamato in causa dopo soli cinque minuti su un tiro da distanza ravvicinata, seguente ad un'incursione di Aranguiz contenuta in extremis da Rudiger. La Germania non riesce a tenere palla e in uscita fa una fatica tremenda, Goretzka intorno al quarto d'ora si fa scippare palla in uscita propiziando la conclusione da fuori di Vargas, ancora l'estremo difensore tedesco è pronto. Venti minuti di dominio, interrotti soltanto da un colpo di testa largo di poco di Mustafi da corner, buttati via in un solo secondo, quando Marcelo Diaz gestisce superficialmente la palla al limite della sua area: Werner lo pressa e gli soffia la palla, appoggiando centralmente per il tocco facile facile di Lars Stindl, il quale sigla il clamoroso 1-0 teutonico.

Il contraccolpo psicologico è notevole, la partita cambia: con la sicurezza del vantaggio, la Germania si copre con maggior determinazione, mentre il Cile viene preso anche da frenesia, sfiorando anche un paio di volte la conclusione in area con Aranguiz e Diaz. Quando può ripartire, però, la squadra di Low fa malissimo: Rudy recupera un pallone in mezzo al campo e cerca l'infilata verticale per Goretzka, che chiude troppo l'interno in diagonale. Tenta di fare male anche Draxler dal limite, anch'egli poco preciso nell'inquadrare la porta difesa da Bravo.

Le statistiche del match dopo i primi 45 minuti, dominati dal Cile.

Al rientro dagli spogliatoi è la Germania ad ostentare maggior sicurezza, a maggior ragione col risultato a proprio favore: Pizzi fiuta la situazione e opta per togliere un Diaz sotto tono e frastornato dal suo stesso errore per inserire Valencia. Il primo quarto d'ora scivola via tra poche occasioni - giusto un colpo di testa di Mustafi su punizione respinto col corpo da Beausejour. Dopo l'ora di gioco si vede anche il Var: Mazic, richiamato dagli addetti, controlla una gomitata netta e gratuita di Jara su Werner, ma decide di estrarre solo il giallo invece che un rosso apparentemente sacrosanto. Per assistere invece ad un'altra palla-gol bisogna aspettare il 72', quando il Cile arriva di nervi nell'area avversaria, salva tutto Rudy respingendo un tiro dal dischetto di Sanchez, che aveva eluso Goretzka con una finta. Ci provano anche Vargas e Vidal, parata centralmente la conclusione del primo e tra il pubblico, anche se di poco, quella del secondo.

In mezzo agli spettatori ci finisce anche Pizzi, allontanato per aver esplicitamente chiesto al direttore di gara di controllare il Var per giudicare un contatto dubbio tra Rudy e Sanchez nell'area teutonica. Dall'alto, il Commissario Tecnico del Cile indica l'inserimento di Puch e Sagal per avere più spinta offensiva, provando soprattutto ad avere più imprevedibilità. I cambi sortiscono gli effetti sperati e all'84' i due confezionano un'occasionissima sciupata: Puch come un falco anticipa Ter Stegen e trova al centro Sagal che da pochi metri e col portiere fuori causa spara alle stelle.

Fonte immagine: Twitter @DFB_Team
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Sono vani tutti gli altri tentativi, anche spinti dalla forza della disperazione, portati dalla Roja nella zona di Marc-André Ter Stegen: l'ultimo della serie è una punizione di Sanchez battuta proprio sul palo del portiere, respinto con successo. Al triplice fischio si scatena tutta la festa tedesca, una soddisfazione enorme per una squadra giovane, che si iscrive nella storia: è la prima Confederations Cup della Germania.