Il senso di imbattibilità, di potenza, che crolla in novanta minuti sotto i colpi di determinazione della Germania. La Spagna perde l'Europeo Under-21, ed è forse questa la principale notizia che emerge dalla notte di Cracovia. La stra-favorita si piega di fronte a chi ci ha messo più fame, chi ha avuto una gamba migliore, chi ha preparato meglio la partita. Il 3-1 sull'Italia era stato una prova di forza non indifferente, così come lo stesso risultato sul Portogallo nei gironi: due indizi che facevano pendere l'ago della bilancia tutto dalla parte degli iberici, i più forti negli uomini, nel complesso, nel talento.
Qualcosa è andato storto, però. La Rojita ha dato l'impressione di mancare di dinamismo, apparendo molto sulle gambe, nonostante il dispendio fisico dosato e intervallato dall'ampio turnover messo in atto contro la Serbia, alla terza delle cinque partite, a primo posto già acquisito. I movimenti veloci senza palla sembravano mancare, la rete di passaggi trovava gli ostacoli teutonici nella metà campo avversaria. Coraggio nel giocare in anticipo, maggior determinazione: così Kuntz ha ingabbiato Celades e il suo attacco, chiedendo uno sforzo fisico extra ai suoi, anche in fase offensiva.
Il centrocampo è stato costretto ad un lavoro difensivo decisamente oltre l'ordinario, con raddoppi costanti sui terzini, ma spesso in ritardo e con poco criterio. Gli esterni alti della Germania hanno tenuto impegnati Bellerin e Jonny (e Gayà, subentrato al giocatore del Celta) per tutta la partita, inibendoli offensivamente e impedendo le uscite agevoli. Un indicatore di quanto la Spagna sia andata in difficoltà è dato da Asensio, che ha svariato sostanzialmente per tutto il campo alla ricerca di spazi che mai ha trovato. Rari sono stati gli spunti dell'asso del Real Madrid, ancora meno i corridoi in cui Saul poteva inserirsi. Non ha fatto meglio Ceballos, di cui si ricorda uno spunto e poco altro.
Stanchezza, calo fisico, ma non solo. La Spagna ha peccato di arroganza, probabilmente: sapendo di essere più forte, ha cercato di dimostrarlo a proprio modo, venendo punita amaramente. Raramente le Furie Rosse hanno avuto l'umiltà di difendersi con più uomini, anche nei momenti di difficoltà si sono affidati a un giro-palla macchinoso, prevedibile, facilmente leggibile, non arrivando ad alcuna conclusione, venendo divorate dallo strapotere fisico della difesa della Germania, a tratti dominante. Anche a costo di rimediare cartellini, Kuntz non ha mai permesso alla Spagna di prendere ritmo. L'amaro epilogo è la conseguenza più dura da accettare per Celades: la favorita cade a un passo dall'obiettivo, tornando a casa con una valigia ricolma di rimpianti.