"Ci siamo preparando per viaggiare verso San Pietroburgo". Joachim Low non utilizza giri di parole e nemmeno battute per parlare dell'obiettivo della sua Germania in Confederations Cup: l'unica opzione contemplata è la finale, possibilmente con annessa vittoria. Domani sera i tedeschi affronteranno il Messico, in una semifinale da non sottovalutare, dati gli ottimi argomenti a disposizione della banda del Ct Osorio. L'allenatore tedesco non vuole cali di tensione, vuole vincere, vuole raggiungere la Zenit Arena di San Pietroburgo, la sede della finalissima. "Approcciamo questi tornei con l'idea di arrivare sempre tra le prime quattro. Ovviamente poi puntiamo a vincere. Ho buone sensazioni, questo gruppo è affamato e ha voglia di vincere", afferma nella conferenza stampa della vigilia.

La versione della Germania decisa dal commissario tecnico per questa competizione è tra le più giovani in assoluto (età media di 24.4 anni), una scelta che Low spiega così: "Dopo la coppa del mondo, ho pianificato il futuro con le competizioni: l'Europeo dell'anno scorso, questa Confederations, il prossimo mondiale. Giocare tanti tornei può essere stressante, soprattutto per giocatori che non hanno vissuto stagioni positive con i propri club. Dovevo distribuire le forze, così ho deciso di puntare sui giovani in questa Confederations Cup, la quale mi permette di testarli, ed è una cosa positiva. Contro il Camerun, sabato, eravamo in una situazione di obbligo di vittoria, sono esperienza che permettono di crescere. Parlando di crescita dei giovani, penso la Germania possa essere felice".

A proposito di gioventù, il discorso ricade anche sull'Under-21 della Germania, che ieri ha battuto l'Inghilterra ai calci di rigore e disputerà la finalissima venerdì sera. Proprio i rigori erano stati argomento discusso in territorio teutonico, riguardo l'allenamento: Kuntz, tecnico della selezione under, aveva affermato di non averli provati in allenamento. La lotteria di ieri gli ha dato ragione e anche Low è sulla stessa lunghezza d'onda.

"Non so se sia conveniente provare i calci di rigore in allenamento. Qualche volte i giocatori lo fanno su loro iniziativa, ma non è qualcosa che metto in programma durante le sessioni di allenamento. Credo che in certi casi non sia conveniente prepararsi ai rigori in allenamento, perché poi in partita cambia tutto. Come decido i rigoristi? Guardo le facce dei miei giocatori. Bisogna conoscere le caratteristiche dei calciatori ed essere bravi a leggere il loro linguaggio del corpo". L'Italia di Conte ne sa qualcosa, anche il Messico è avvisato.