Con la sconfitta di ieri sera in favore della grande favorita per la vittoria finale, la Spagna, è terminato l'Europeo under-21 dell'Italia guidata dal tecnico Di Biagio. Proviamo dunque ad analizzare l'esperienza degli azzurrini in questo piccolo frangente di quattro partite: diamo dei voti alla retroguardia.
Gianluigi Donnarumma, 4: ci vuole molto di più. Doveva essere uno dei trascinatori della Nazionale di categoria, ma non si è dimostrato un fattore in questo Europeo. 11 tiri in porta totali subiti durante tutta la competizione, di cui 6 entrati: su almeno 3 di queste marcature, il portiere del Milan aveva il dovere di fare di più. Evidente la distrazione dovuta al caso mediatico che lo ha colpito negli ultimi giorni: non può bastare come alibi, specie perchè lui stesso aveva garantito di essere psicologicamente a posto soltanto due giorni fa, prima di commettere un altro errore sul secondo gol di Saùl nella semifinale.
Alessio Cragno, s.v.: non gioca mai.
Simone Scuffet, s.v.: stesso discorso dell'altro portiere di riserva.
Alessio Conti, 6+: brillante al debutto contro la Danimarca, lezioso fino ad arrivare al fastidio nella seconda partita. Nella vittoria contro la Germania torna in sè ma commette un grave errore: si fa squalificare prendendo un ingenuo cartellino giallo. E contro la squadra più forte del torneo sarebbe servito eccome: promosso, ma anche lui aveva le potenzialità per essere più incisivo.
Davide Calabria, 6: tanto bene a destra quanto male sull'altra corsia: il turnover esercitato nella seconda giornata lo fa giocare dalla parte mancina del campo ed è davvero una situazione problematica. Ritrova la sufficienza nel globale con una prestazione solida, anche se rivelatasi inutile, contro la Roja.
Daniele Rugani, 6,5: lo juventino si comporta bene ed esegue il suo compito discretamente. Una sola falla: lo scivolone contro la Repubblica Ceca che compromette, inizialmente, una sfida poi rivelatasi molto sfortunata. Per il resto però convince e mostra discreta intesa con il compagno di reparto, dando anche una buona qualità in impostazione.
Mattia Caldara, 7: se avesse voluto, avrebbe avuto tutte le attenuanti del mondo. Per la prima volta giocava con un sistema a 4, era alla prima competizione internazionale di un certo livello e via dicendo. Lui risponde sul campo: senza il bergamasco c'è la peggior prestazione del torneo di tutti gli italiani. Un caso? Potrebbe anche essere, ma intanto lui allarga - e di parecchio - la cerchia dei propri estimatori.
Alex Ferrari, 6: sostituire Caldara non sarebbe stato facile per nessuno, lui ci prova ma affonda insieme al resto della squadra contro gli slavi. Non era chiamato ad essere uno decisivo, non lo è stato. Non si poteva chiedere di più.
Davide Biraschi, s.v.: desaparecido anche lui.
Antonio Barreca, 7: questo Europeo in linea di massima ha confermato che talenti di livello mondiale nel ruolo di terzino non ce ne sono tanti: il mancino del Torino però potrebbe far parte di questa cerchia. Avevamo già imparato a conoscerlo in Serie A, ha avuto un vero e proprio exploit in Polonia: qualità garantita e quantità acquisita, con qualche limatura da eseguire ma tanto sacrificio a disposizione di tutta la squadra. Perchè toglierlo contro i cechi? Rimarrà uno dei grandi dubbi di questa competizione.
Giuseppe Pezzella, s.v.: il CT gli preferisce Calabria a sinistra, di conseguenza non vede il campo in nessuna occasione.