Gli azzurrini di Gigi Di Biagio dovranno vedersela contro la Spagna, una squadra perfetta e completa in ogni zona del campo. In questo articolo, però, ci concentremo sul centrocampo e sull'elevato numero di soluzioni di cui dispone il tecnico Celades.
Partiamo con le presentazioni perchè sono tutti nomi interessanti e molto gradevoli da leggere. Saul e Asensio sono i cosiddetti "top player", ma non va assolutamente messa in secondo piano gente come Denis Suarez, Marcos Llorente, Daniel Ceballos, Mikel Merino, Alvaro Odriozola e Carlos Soler. In questo pacchetto è veramente difficile trovare uno "scarso", perchè dispongono tutti di un tasso qualitativo al di sopra della media. Sono giovani fino a un certo punto, ma per valore di mercato e prestazioni possono tranquillamente fungere da veterani. Riserve? Non esistono. Ogni membro del centrocampo, così come per gli altri reparti, è parte integrale del gruppo. Esempio? Guardate l'ultima apparizione della Spagna contro la Serbia. Certi della qualificazione, hanno lasciato spazio alle cosiddette "seconde linee" per far rifiatare i titolarissimi. Suarez e Soler impeccabili, soprattutto con il canterano del Valencia che è stato etichettato come uno dei migliori in campo grazie alla sua grande capacità di abbinare quantità e qualità in maniera egregia.
Ma torniamo ai titolari, e alla loro incredibile tecnica. Celades, nonostante la vasta scelta di cui dispone, propone un centrocampo a tre composto da Saul e Suarez mezzali e Llorente in mezzo al campo. Asensio è titolarissimo, ma è stato spostato nel tridente d'attacco dove agisce nel ruolo di esterno sinistro, un pò come faceva Fabregas ai tempi del Barcellona di Guardiola. Perchè questa soluzione? Il madridista è abile nell'uno contro uno ed è dotato di una tecnica sopraffina e di una conclusione importante. Gioca prevalentemente sulla corsia mancina, per rientrare e calciare a giro con il suo piede magico. Può agire anche da trequartista, con la libertà di abbassarsi per dare profondità alla punta, e in entrambi i ruoli impressiona per le sue accelerazioni improvvise. Dribbling, passaggi chiave e freddezza. Non male per un ragazzino.
Sguardo vigile anche su Saul, cresciuto sotto gli insegnamenti di Simeone. E' intoccabile per via della sua straordinaria capacità di disegnare calcio e di inserirsi negli spazi senza palla. E' per questo motivo che lo troviamo spesso nel tabellino dei marcatori. Tatticamente duttile, capace di agire anche in cabina di regia grazie alla sua importante stazza fisica. Per sfruttarlo al meglio, però, va posizionato mezz'ala di un centrocampo a tre. E' un giocatore intelligente, non butta mai via il pallone e tiene sempre bene la posizione. Simeone ha fatto un grande lavoro, migliorandolo sotto ogni aspetto.
Bello da vedere anche Suarez, cresciuto nelle giovanili di Celta Vigo e Manchester City. Potrebbe passare in secondo piano per via di Asensio e Saul, ma è un centrocampista stilisticamente e tatticamente perfetto. Esterno molto versatile, può essere utilizzato anche come ala in un attacco a tre, o come trequartista dietro le punte. Dinamico, possiede un grande tocco di palla e una buona visione di gioco che gli permette di disporre di una spiccata propensione nel fornire assist per i compagni di squadra. Nell'U21 viene utilizzato da mezz'ala destra, ma studiandolo più da vicino si nota come tenda ad avanzare sulla trequarti per illuminare le giocate del tridente d'attacco, ed è così che assistiamo alla trasformazione del 4-3-3 in un moderno 4-1-2-3 dal sapore "cruijffiano".
E Marcos Lllorente? No, non lo abbiamo dimenticato. E' il cosiddetto centrocampista "silenzioso" che mediaticamente non si espone quasi mai, ma lascia che a parlare siano i fatti e le prestazioni del campo. Bravo a posizionarsi e ad assicurare l'equilibrio. Il centrocampo spagnolo è noto e apprezzato per la sua straordinaria tecnica, ma il ruolo di Llorente è determinante affinchè i vari Asensio e Saul riescano ad entrare nel vivo del gioco con la loro fantasia. Marcos protegge, inventa e abbina perfettamente quantità e qualità.
Questa è l'ossatura della meravigliosa Spagna, ma attenzione a non dimenticare le ottime alternative a disposizione. Ceballos è un esterno a tutta fascia capace di dribblare e crossare con grande facilità. È nato come ala sinistra e ha giocato prevalentemente in quella posizione nella sua prima stagione da professionista, per poi iniziare ad arretrare il suo raggio d’azione prima come trequartista e poi come centrocampista centrale. È un giocatore estremamente tecnico, con una facilità di calcio invidiabile sia con il destro che con il mancino, oltre ad avere anche una discreta velocità soprattutto in spazi larghi quando può aprire la propria falcata. Poi c'è Soler, che non è il famoso cantante spagnolo ma bensì un canterano cresciuto nelle giovanili del Valencia. Qui viene arretrato sulla trequarti in modo da sfruttarne la fantasia e l'abilità nella costruzione del gioco. Gioca sempre a testa alta e calcia punizioni deliziose. Ama ricevere il pallone nei pressi della propria area e impostare l'azione con una lucidità e una tranquillità da veterano. Riserve di lusso e oro colato per Betis Siviglia e Valencia, accademia che da sempre propone grandi talenti (il prossimo sarà Fran Villalba).