Zidane sorride, non svela la formazione titolare. Nessun vantaggio al collega, nessun eccesso di superbia. Il Real conosce la sua forza, ma rispetta il percorso bianconero. Difficile penetrare nella compattezza tutta italiana che caratterizza la compagine di Allegri. Il Madrid mette sul piatto la storia europea, da campione in carica il Real approda a Cardiff, portandosi un gustoso ballottaggio che monopolizza la vigilia. Isco e Bale, pezzi da novanta in corsa per l'unica maglia in bilico. Un finale di stagione diverso, da protagonista, per Isco, di rincorsa, per Bale. L'uomo del presidente non è al meglio, viaggia a frequenze ridotte dopo i numerosi problemi fisici. Sulla sfida a due, l'ombra di Cardiff, Galles, patria di Bale. Zizou aumenta l'incertezza, pone Bale al fianco di Isco in partitella, la freccia gallese trova anche la rete. Storia Real. 

Foto: Real Madrid - Twitter

La logica, però, dice Isco, per diversi motivi. Con Isco, il Real ha un suo equilibrio tattico. Può giocare naturalmente alle spalle dei due d'attacco, Benzema e Ronaldo, con CR7 quindi più vicino alla porta e costretto a un limitato numero di recuperi difensivi. Al contempo, Isco, può scivolare all'esterno, per comporre un 4-5-1, con Benzema unico riferimento davanti. Nessun problema, invece, nel settore di mezzo. Casemiro è l'intoccabile di Zidane. In una squadra di tenori, un mastino pronto a chiudere le falle, a concedere pause ai più rinomati compagni. Il magistero di Modric, sapiente palleggiatore, produttore di calcio, l'intelligenza di Kroos, spesso troppo sottovalutato. 

I maggiori interrogativi dietro. Lì dove la Juve impera, il Real balla pericolosamente. Il recupero di Carvajal consente a Zidane di proporre la sua versione migliore, ma non disinnesca i dubbi. Marcelo è a tutti gli effetti un'ala aggiunta, Varane e Ramos sono spesso costretti all'uno contro uno, senza copertura alcuna. Pepe - in scadenza, attende una chiamata - rischia la tribuna, come James, il sacrificato nel prossimo mercato. Zidane deve scegliere, anche per la panchina. Infine, l'ex. Morata, incubo bianconero.

Lo schieramento