Manca sempre meno alla sfida dello Stadium tra Juventus e Barcellona, una sfida che profuma di spettacolo, con tanti duelli tra i ventidue che scenderanno in campo. C’è un confronto che stilisticamente e geograficamente, però, è diverso da tutti gli altri, un confronto famelico tra due giocatori che fanno del gol il loro pane quotidiano, scardinando difese; un confronto che si snoda in 360 chilometri, ossia quelli che dividono Salto da Buenos Aires. Stiamo parlando del duello tra Luis Suarez e Gonzalo Higuain, i due numeri  9 più forti e completi dell’intero panorama calcistico, per prestazioni e gol, anche se il loro modo di incidere, nel collettivo, è diverso. 

Il Pipita

Descrivere tatticamente un giocatore come Higuain è stimolante, ma al contempo difficile, visto che il Pipita ha una capacità di cambiare le partite come pochi, in maniera cosi veloce che l’avversario non ha nemmeno il tempo di accorgersi di ciò che è successo. Basta analizzare una partita dell’ex Napoletano per capirne il gioco, la fame di gol e l’apporto che da alla squadra, ma bisogna tornare indietro di un anno per comprendere che anche un giocatore come lui può adattarsi, sacrificarsi ed essere ugualmente, se non di più, decisivo. Tutti ricordano l’annata scorsa con i 36 gol realizzati in campionato tanto da farne un record: ecco, in quel Napoli Higuain era il faro, il perno centrale che aveva il compito di catalizzare su di sé tutte le attenzioni difensive dell'avversario, e tramutare in gol l’enorme mole di gioco della compagine di Sarri, anche se in difesa il giocatore Argentino non è mai stato di grande aiuto.

Gonzalo Higuain.
Gonzalo Higuain.

Ecco, il cambio è tutto qui, perché con l’arrivo alla Juventus Higuain si è calato perfettamente nella mentalità del club bianconero, ed ha saputo recitare, oltre a quella di goleador, anche la parte di miglior attore non protagonista, recuperando palloni in fase difensiva ed aiutando i centrocampisti nei raddoppi. La grandezza di questo attaccante  è rimasta tale e nessuno riesce ad essere come lui in Europa quanto a gol segnati per tiri in porta, e la sfida di Coppa Italia con il Napoli ne è stata un esempio: basta qualche centimetro, la visuale libera ed il Pipita non perdona, spunta in silenzio come un cobra e azzanna la preda quando essa sembra essere tranquilla. Una rapace d’area di rigore che col tempo ha imparato anche a sacrificarsi ed essere utilissimo in fase di interdizione, quando c’è da soffrire insomma. Una sentenza, che prima o poi arriva.

El Pistolero

Dall’altra parte c’è il Pistolero, e non c’è aggettivo più giusto di "famelico" per descriverlo. Stessa fame per il gol come il Pipita, ma diverso nelle caratteristiche, vista anche la differenza del gioco del Barcellona che, come la Juventus, ha dovuto cambiare in corso d’opera, ma qui, il ruolo di Suarez, non è stato intaccato, come la sua media monstre da quando ha messo piede al Camp Nou. Il gioco del Pistolero è diverso, visto che nel Barça la circolazione di palla è maggiore, cosi come i lanci in profondità, ed è li che Suarez sfrutta il fisico e l’intuizione arrivando sempre prima del rispettivo marcatore, come se il cervello avvertisse l’impulso prima degli altri. Diverso anche nel gioco palla a terra, visto che la manovra degli uomini di Luis Enrique è più verticale rispetto a quelle precedenti di Villanova e Guardiola, ed è per questo che il numero 9 spazia tra le due linee, fa da sponda, lancia e gioca a ritmi folli con gli altri due marziani che compongono il tridente.

Luis Suarez.
Luis Suarez.

L'arma

Così diversi, ma cosi uguali, e ciò che lega i due numeri 9 sono le acrobazie, la classica rovesciata che ogni bambino sogna di fare imitando Carlo Parola stampato sulle Figurine Panini. Un gesto che, per antonomasia e genetica, è nel sangue dei  Sudamericani tanto che risponde al nome di Chilena: il Pipita ce ne ha dato un assaggio l’anno scorso segnando cosi al Frosinone il suo 36esimo gol e quest’anno contro il Sassuolo, mentre il Pistolero sembra essere abituato a queste giocate, come dimostra la rete al Siviglia qualche giorno fa e quelle a Levante, Deportivo ed Arsenal negli anni passati.

I numeri

Adesso arriva il bello, la cosa che tutti stavate aspettando: le statistiche. Partendo da Higuain, il numero 9 della Juventus ha giocato 41 partite in stagione ed ha messo a segno 25 gol cosi ripartiti: 19 in campionato in 2303 minuti (uno ogni 121’), 3 in Champions (uno ogni 201’) e 3 in Coppa Italia (uno ogni 90’). Nella sua carriera il Pipita ha realizzato 252 reti in 492 partite con squadre di Club, mentre con la Nazionale il bottino recita 31 gol in 68 presenze. Suarez invece ha realizzato 31 reti in 42 partite cosi divise: 23 in campionato in 2604 minuti (uno ogni 113’), 3 in Champions League in 630 minuti (uno ogni 210’), 4 in Coppa del Re in 540 minuti (uno ogni 135’) ed uno in Supercoppa. In carriera il Pistolero ha messo a segno 335 reti in 495 partite tra squadre di club mentre in Nazionale vanta 47 reti in 91 presenze.

Martedi toccherà a loro lottare contro le difese, sorreggere il peso dell’attacco e provare a colpire per l’ennesima volta in stagione, come fanno da sempre. Suarez ed Higuain: cosi diversi, cosi uguali.