Chissà se Zinedine Zidane avrà avvisato i suoi calciatori delle difficoltà che si incontrano a giocare in quel catino ribollente di tifo rabbioso che è lo stadio San Paolo di Napoli. Ai tempi della sua militanza in Serie A, il fuoriclasse francese affrontò gli azzurri solo in qualche sfida poco significativa, tanto diversa era la caratura degli avversari in quel momento storico. Oggi è tutto diverso: un ambiente famelico, che non ha quasi mai vissuto sfide d'alto bordo in Champions, è pronto a scatenare la banda Sarri nella sfida di ritorno degli ottavi.
Il Real Madrid parte dal 3-1 del Santiago Bernabeu, risultato che statisticamente non è però così favorevole ai merengues, eliminati quattro volte su otto nelle competizioni europee dopo aver vinto con questo score a Chamartin. Forse anche per questo motivo, Zizou si presenta al San Paolo con il cosiddetto once de gala, l'undici che disputato dall'inizio l'ultima finale di Champions vinta a Milano contro l'Atletico Madrid. In porta ci sarà infatti il criticatissimo Keylor Navas, difesa a quattro con Dani Carvajàl, Pepe (Varane è infortunato), Sergio Ramos e Marcelo, centrocampo con Casemiro vertice basso e Modric e Kroos ai suoi fianchi, in avanti la BBC, ovverosia Gareth Bale, Karim Benzema e Cristiano Ronaldo.
Una formazione che nelle ultime settimane non si è espressa al massimo del suo potenziale, come dimostrato dalla convincente trasferta in Liga di Ipurua contro l'Eibar, dove in campo c'erano, tra gli altri, Isco, James Rodriguez, Lucas Vazquez e Sergio Asensio. Il Real della BBC è una squadra che va a ondate, affidandosi agli strappi di Gareth Bale e ai colpi da uomo d'area di Ronaldo, con Benzema chiamato a fare da raccordo non solo con il centrocampo, ma anche e soprattutto con i suoi compagni di reparto. Il lavoro del numero nove blanco, in più occasioni riconosciuto dal suo allenatore, è quello di aprire spazio per gli inserimenti di esterni e centrocampisti, oltre che di provare raffinate triangolazioni al limite dell'area. La versione 2017 della BBC è però più statica rispetto al passato, a causa di un CR7 in chiara difficoltà atletica, e si espone a una fase difensiva tutta da rivedere. Proprio il portoghese non ripiega infatti praticamente mai come esterno offensivo, lasciando la fascia a Marcelo, che in fase di possesso funge da regista aggiunto, mentre quando la palla è degli avversari tende a rimanere avanzato, per caratteristiche personali e difficoltà di recupero.
Ecco perché in molti a Madrid in queste ore si stanno chiedendo se non sarebbe il caso di inserire un palleggiatore in più (Isco o James), anche per meglio sfuggire al pressing avversario. Opzione che senza dubbio anche Zidane starà prendendo in considerazione, nella consapevolezza però che lasciare in panchina uno tra Ronaldo e Bale sia operazione ancor più azzardata (altrettanto difficile rinunciare a Kroos per disporre di maggiore fantasia a centrocampo). Sarà dunque con ogni probabilità un Real simile a quello dell'andata, quando i merengues giocarono una delle migliori partite della stagione, per ritmi e organizzazione di gioco. Al San Paolo servirà però un'altra edizione dei blancos, più da battaglia e da trincea, ma allo stesso tempo in grado di gestire i tempi di gioco con i propri giocatori più rappresentativi. In difesa il cambio Pepe-Varane dovrebbe essere assorbito con naturalezza, mentre sarà tutta da verificare la tenuta della linea difensiva nel suo complesso contro le giocate in velocità dei vari Hamski, Mertens e Insigne, che ha ormai costruito un asse privilegiato con l'ex Callejòn, pronto a scattare alle spalle del terzino sinistro avversario per poi concludere verso la porta. Sarà Marcelo a dover occuparsi del suo vecchio compagno di squadra, chiamato a un compito che non è esattamente nelle sue corde, mentre Pepe e Ramos saranno con ogni probabilità attratti dai movimenti di Mertens. Nello scacchiere merengue rimane fondamentale il tedesco Toni Kroos, altro regista decentrato della squadra, giocatore superbo quando si tratta di gestire i ritmi mai eccessivamente alti della sua orchestra, in difficoltà invece se costretto a inseguire la mezz'ala avversaria di riferimento.
La maggior incognita resta comunque il tridente d'attacco: per paradossale che sia, l'uscita della palla è molto più agevole quando in campo c'è uno tra Isco e James, mentre con Ronaldo e Bale è soprattutto il gallese a venire incontro, insieme a Benzema, altro elemento irrinunciabile di un Real che non può permettersi di essere eliminato dalla Champions.